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Ramen Heads

Regia di Koki Shigeno vedi scheda film

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La recensione su Ramen Heads

di AndreaVenuti
8 stelle

Ramen Heads è un documentario giapponese del 2017 diretto da Koki Shigeno.

 

Sinossi: Il re del ramen Osamu Tomita oltre ad aprirci le porte del suo leggendario ristorantino Chuka Soba Tomita a Matsudo, ci rivela soprattutto ogni singolo particolare del suo piatto tipico -ovviamente il ramen- confrontandolo poi con le specialità dei suoi agguerriti competitor…

locandina

Ramen Heads (2017): locandina

Ramen Heads è documentario interamente focalizzato sul ramen, piatto tipico giapponese tanto semplice quanto gustoso, diretto con verve e piglio accattivante da Koki Shigeno. 

Il regista nonostante sia vincolato da una sola tematica (ramen) è comunque abile a presentarci un numero assai diversificato di situazioni, ricorrendo altresì ad approcci registici multipli mixando sia aspetti tipici del cinema documentaristico (ad esempio gran parte delle “6 modalità di rappresentazione”) sia aspetti completamente opposti, come vedremo a breve.

scena

Ramen Heads (2017): scena

L’opera si apre in media res in una viuzza caratteristica e attraverso un piano sequenza con macchina da presa a mano l’autore ci conduce in un primo ristorantino strapieno di gente, intenta a mangiare scodelle di ramen. 

Nella sequenza successiva invece si susseguono veloci interventi di diversi personaggi, alcuni dei quali scopriremo poi essere grandi chef specializzati nella preparazione del ramen; comunque questi soggetti esprimono la loro gioia verso tale pietanza poiché gustosa, sostanziosa, economica e soprattutto creativa, viste le svariate varietà.

 

Fin qui nulla di eclatante, il tutto è una sorta di iniziazione al magico mondo del ramen e l’opera si avvia veramente quando incontriamo formalmente lo chef Osamu Tomita.

 

Inizialmente Koki Shigeno non scende troppo nei particolari e si limita a filmare la quotidianità lavorativa dello chef tra riprese enfatiche e rallentate incentrate sugli spaghetti che si amalgamano al brodo ai classici commentidell’intervistato o dello stesso regista (voice-over).

scena

Ramen Heads (2017): scena

Passano i minuti ed è lo chef a prendere le redini del gioco, iniziando a svelare i segreti del suo ramen, la cui atipicità lo ha reso il migliore dell’intero Giappone.

Tomita si focalizza anzitutto sul brodo che ad un primo sguardo non si presenta così bene al punto da sembrare quasi una brodaglia fangosa e densa ma in realtà si rivela estremamente buona e gustosa e basta ascoltare i vari commensali presenti nel suo ristorante, esterrefatti del ramen made Tomita e disposti a percorrere centinaia di km pur di mangiare quella prelibatezza, per di più a prezzi onesti (con 10 euro pranzi bene), oppure recarsi da lui regolarmente da anni e anni superando i 400 “gettoni”. 

scena

Ramen Heads (2017): scena

Ad ogni modo accennavo alle consistenti informazioni rilasciate dallo chef, ed infatti in modo analitico mostra e spiega la preparazione del brodo, dal bollire 27 ore passando alle materie prime; Tomita non lesina sicuramente sulla quantità e varietà degli ingredienti e troveremo ossa di polla, sgombro sbriciolato in polvere fino alla testa di maiale che «aggiunge quel tocco di selvaggio e deciso che cerco io».

Dopo il brodo è il turno degli spaghetti, anche stavolta singolari e diversi dalla concorrenza: lunghi, spessi e saporiti (usa un mix di quattro farine che cambia in base alle stagioni). 

scena

Ramen Heads (2017): scena

Ricollegandoci all’inizio dell’analisi si accennava ad una varietà di situazioni ed effettivamente dopo questo excursus sul ramen di Tomita, inizia a smuoversi qualcosa.

 

Dapprima rimaniamo concentrati ancora sul noto chef e vengono portati alle luce sia avvenimenti del suo passato (Tomita è la personificazione del “sogno giapponese”, ossia un ragazzo che attraverso tanta gavetta e lavoro duro è riuscito ad emergere in un particolare contesto) sia i suoi metodi lavorati (folle lavoratore che pretende massima serietà e professionalità da tutto e tutti).

Poco dopo invece si verifica un drastico cambio di rotta abbandonando momentaneamente Tomita per scoprire nuove realtà del ramen.

scena

Ramen Heads (2017): scena

Il regista propone una carellata di svariati ristoranti specializzati appunto in ramen, estremamente differenti dallo stile grezzo ed e speziato di Tomita. Ecco di seguito i vari locali:

 

-Lida Shouten a Yugawara di Shouta Lida

 

-Japanese Soba Noodles Tsuta a Sugamo (Tokyo) di Yuki Onishi

 

-Tani Ramen a Yurakucho (Tokyo) di Yoshikazu Tani

 

-Chuka Soba Inou a Tsukiji (Tokyo) di Katsuji Matsuoka

 

-Taishio Soba Touka a Shinjyku (Tokyo) di Tom Takahashi

 

-Ramen Ichifuku a Hatsudai (Tokyo) di Kumiko Ishida

 

-Chuka Soba Hayama a Shinjuku (Tokyo) di Kohjun Saito

 

-Fukuiju a Shibuya (Tokyo) di Katsuya Kobayashi

 

scena

Ramen Heads (2017): scena

scena

Ramen Heads (2017): scena

scena

Ramen Heads (2017): scena

L’avvicendamento di tutti questi locali risulta più interessante del previsto poiché oltre a proporci una serie di ramen opposti rispetto a quello di Tomita, abbiamo la possibilità di intravedere una serie di luoghi alquanto peculiari, inoltre ogni qual volta l’attenzione si sposta su un ristorante nuovo, il regista ricorre sempre ad una solita ed azzeccata inquadratura: campo totale/lungo con la macchina da presa fissa puntata sull’esterno del locale e di conseguenza su di una piccola porzione di quartiere nel quale è situato il ristorante.

 

Inaspettatamente l’opera continua ad esplorare nuovi lidi, esponendo una terzo segmento differente. 

Terminata la visita ad uno dei ristoranti di ramen più antichi del Giappone, Koki Shigeno decide i raccontarci un po’ le origini di questa prelibatezza e lo fa in modo insolito ed originale trasformando il suo documentario in un’opera a tecnica mista avvalendosi di un’animazione tradizionale in stop motion ma ciò che davvero sorprende davvero è la pluralità degli stili animati: schizzi a matita minimalisti, disegni a pastello ultra pop, caricature, fino ad animazioni a loro volta mescolate ad immagini dal vero.

 

Terminato il frangente animato ritorniamo nuovamente su Osamu Tomita tuttavia non vedremo più il suo ristorate bensì casa sua, la sua famiglia e soprattutto i preparativi in riferimento alla festa del 10° anniversario del suo ristorante.

scena

Ramen Heads (2017): scena

Ramen Heads è un documentario singolare; il regista si concentra molto sulla peculiarità del ramen di Osamu Tomita, vera e propria leggenda del settore poi improvvisamente evolve in una sorta di guida definitiva ai migliori ramen del Giappone il tutto messa in scena egregiamente, alternando tecniche documentaristiche e cinema di finzione.

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