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Luci della ribalta

Regia di Charles Chaplin vedi scheda film

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John_Nada1975

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Luci della ribalta

di John_Nada1975
10 stelle

"Credo che sto morendo dottore...ma non so...sono morto tante volte." -: "Soffre molto?".

-: "Non tanto, non più."

Rivisto nella nuova edizione del restauro della Cineteca di Bologna( che è un ente politico di una certa parte in primis, e ha dietro da sempre ogni tipo di potentato, dal Comune, alla Regione, al Ministero che la sostengono, ma bisogna dire senza nulla togliere alla voce originale di Chaplin, criminale o poco meno, pubblicare questo capolavoro senza il doppiaggio delle voci in italiano, dal grandissimo Sandro Ruffini per Calvero, a Dhia Cristiani per Thereza, a Olinto Cristina per Postant, Stefano Sibaldi e via di così grandi voci storiche. Criminale davvero ometterle, piuttosto non lo pubblichi neppure poichè è una grave amputazione per ogni cultore italiano e appassionato dello stesso), è forse per chi scrive il capolavoro assoluto di Chaplin nei lungometraggi. O almeno, senza nulla togliere ai capolavori precedenti, ciò che racchiude e suggella alla perfezione stilistica e di dialogo, coreografie, scenografie, filosofia, gioia e amarezza, quarant'anni di carriera lontano dalla natìa Inghilterra, e come pochi altri nell'arte cinematografica se non solo in letteratura(e d'altronde per la prima e unica volta l'origine di soggetto e sceneggiatura fu proprio un romanzo, il suo), capace di fare un discorso di tale profondità sulla vecchiaia e la morte. 

E' quasi impossibile per lo scrivente rendere conto di tutte le sequenze una dopo l'altra indimenticabili, fin da quando la piccola Geraldine bambina assieme ad altri amichetti, avvisa sulle scale di casa a Calvero ubriaco, che "La signora Alsop non c'è." Dei dialoghi di tale levatura e umanità, senza mai una volta scadere nel retorico o sentenzioso. Ogni battuta è perfetta e memorabile, eccezionale nella sua opportunità, alla pari del "Eccomi, sì sono proprio io, Cyrano senza naso", dell'incontro nel pub tra Calvero e Thereza, dopo tanto averlo cercato, quando lui se ne è andato. 

Se c'è qualche situazione forzata nei suoi snodi e risvolti narrativi, qualche personaggio troppo buono e positivo, come l'impresario Postant di Nigel Bruce, o la arcigna virago proprietaria di casa signora Alsop, interpretata da Marjorie Bennett,  improvvisamente diventata allegra e gaudente ubriacona compagna di bisbocce di Calvero e i suoi amici compari musici da strada, il coreografo Bodalink di Norman Lloyd che salva Calvero dal licenziamento rivelando la sua vera identità a Postant ecc.,  è solo per ancora meglio condurre la Storia e con essa condurci come spettatori, verso la inevitabilità delle cose nell'ambito crudele della vita, e dell'intenso, malinconico fatalismo di cui è magistralmente costruita, la sua intera architettura. Così come nella di Calvero certezza destinataria, che Neville e Thereza si re-incontreranno e potranno stare assieme ed amarsi, come e sempre stato fin dai loro primi timidi incontri "dickensiani". 

Da rimarcare perché per decenni non lo è mai stata a sufficienza rispetto al resto del film e della grandezza di ogni suo comparto tecnico, la colonna sonora certamente fra le migliori mai realizzate del cinema tutto, scritta e composta dallo stesso Chaplin, premiata con un famoso Oscar "riparatorio", nel 1972, dopo i venti anni di esilio "autoindotto", in Europa.

Aiuto regista un "certo" Robert Aldrich

Claire Bloom/Thereza, la donna dell'infinito e incondizionato amore, dal grandissimo cuore ed elevato, sacro sentimento, che ognuno avrebbe voluto incontrare una sola volta, nella propria vita.

 

"Il mio film preferito del grande Chaplin".

Vittorio De Sica, 1952 (lo stesso anno dell'altro capolavoro "Umberto D.", e con più di un chapliniano punto in comune)

 

John Nada

 

 

 

 

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