La recensione su Jurassic World: Il regno distrutto

di champagne1

6 stelle

Il cambiamento è come la morte: non sai cos'è fin quando non avviene.

Minacciati dalla eruzione di un vulcano, i dinosauri sopravvissuti dopo la chiusura del parco a tema su Isla Nubiar sono sull'orlo di una seconda storica estinzione. Organizzazioni animaliste vorrrebbero sensibilizzare il Governo USA che però non ritiene necesssario intervenire. Sarà quindi solo grazie a fondi privati che si potrà pianificare una missione di salvataggio segreta per trasportare i dinosauri su un'altra isola e farli vivere senza interferenze umane. L'offeta proviene da Lockwood, ex-socio della Società che aveva aperto il primo Jurassic Park e che usa il suo segretario personale per mettere a punto la missione. Ma qual è il suo vero scopo?

Bisogna ammettere che c'è una sincera volontà di superare l'inciampo raccapricciante dell'episodio precedente: atmosfere di avventura ben miscelate a qualche di sapore horror; l'aspro conflitto fra gli idealisti e i profittatori; la bimba che suscita tenerezza e desiderio di protezione; e per finire il confronto fra dinosauro buono e dinosauro cattivo. La sceneggiatura tutto sommato intrattiene per le complessive 2 ore e passa della durata.

Ma alla fine il grosso del lavoro lo fanno gli esperti degli effetti speciali, mentre i personaggi sono fin troppo piatti e senza sorprese (così come il finale).