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Verónica (II)

Regia di Paco Plaza vedi scheda film

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La recensione su Verónica (II)

di alan smithee
7 stelle

CINEMA OLTRECONFINE

Verònica è una teenager della Madrid di inizi anni ’90 che, orfana di padre e con due fratelli piccoli al seguito, si industria nei momenti liberi a far loro da madre in quanto la loro vera genitrice spende il suo tempo a lavorare in un bar per mantenere il resto della famiglia.

Quando per gioco la ragazza, ad una festa, in occasione di una eclissi di sole, partecipa ad una seduta di spiritismo durante la quale prova ad evocare l’anima del recentemente defunto padre, ecco che, dopo quella straziante esperienza, durante la quale la ragazza viene colta da una sorta di trance che la lascia paralizzata e come rapita da un’altra dimensione, sempre più spesso la ragazza avverte sinistre sensazioni e inquietanti presenze tra i muri di casa.

Come se, da quel momento, uno spirito non molto benevolo del genitore si fosse risvegliato per perseguitarla, rendendola protagonista di incubi ad occhi aperti entro i quali una minaccia letale mette a repentaglio la sua vita e quella dei due piccoli fratellini.

Da uno sconcertante fatto di cronaca che ha tenuto col fiato sospeso la Spagna dei primi anni ’90 (l’unico caso di attività paranormale ufficialmente riconosciuto dalle autorità spagnole sino ad oggi), l’esperto regista horror Paco Plaza (è lui, insieme all’altro esperto Jaume Balaguerò, la mente ed un braccio della saga avvincente [Rec]) trae un horror ambientato scrupolosamente in un passato non lontano, ma che resta un percorso vissuto già da oltre un ventennio, e si carica di inquietanti suggestioni che rendono palpabile la tensione, usufruendo di un teatro di interni di abitazione ove il realismo dei vecchi stili di arredamento ormai ampiamente datati, rende giustizia alla carica emotiva che il cineasta sa cavalcare abilmente, in un crescendo di suspence piuttosto riuscito.

Nulla di veramente nuovo, ma a tutti gli effetti un horror che si circonda di quotidianità per trovare la forza ed il carattere giusti in grado di catturare l’attenzione e di suscitare qualche sano brivido, all'interno di un'atmosfera malata e contaminata da spiritismo deviato ed insano, che piacerebbe molto al grande Friedkin.

Un filone, quello spagnolo del cinema di genere, che quasi sempre riesce, come in questo caso, a non deludere.

 

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