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Petit Paysan - Un eroe singolare

Regia di Hubert Charuel vedi scheda film

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La recensione su Petit Paysan - Un eroe singolare

di alan smithee
7 stelle

CANNES 70 – SEMAINE DE LA CRITIQUE – CINEMA OLTRECONFINE

Pierre è un allevatore di bestiame che porta avanti la fattoria ereditata dai genitori, in pensione, ma sempre collaborativi col ragazzo, che tuttavia ha completamente in mano le redini di quel lavoro complesso e faticoso: alleva mucche da latte e la sua scrupolosa produzione risulta prima per qualità (ma non per quantità, e di ciò il ragazzo ne va consapevolmente fiero) tra i concorrenti della regione.

Ama il suo lavoro, ma soprattutto le sue mucche, che chiama per nome, oltre che distinguerle per codice; le tratta con l’affetto ed il rispetto che si ripone normalmente per l’animale di casa, ed in qualche modo sente di esserne ripagato dagli stessi monumentali mammiferi che alleva.

Lo spettro della grave epidemia che dal Belgio si sta diffondendo in tutta Europa, diviene una vera e propria ossessione, tanto da spingere il ragazzo a far intervenire la sorella veterinaria ad ogni anche banale avvisaglia. Ma i timori di Pierre sono tutt’altro che infondati, ed il timore che la scoperta di un caso tra i suoi cinquanta capi induca le autorità a sterminare, per ragioni di sicurezza, l’intera mandria, distruggendo il lavoro di una vita e arrecando un dolore insopportabile al ragazzo, induce lo stesso ad agire in segreto occultando il primo caso, poi sostituendo la seconda bestia infetta con una sottratta al vicino.

Ossessionato dai proclami di un suo collega belga (interpretato dal mastodontico Bouli Lanners), che denuncia su un sito la sua condizione di allevatore che ha perso tutto e non riceve sostegni ed aiuti da nessuno, Pierre verrà indotto a raggiungerlo col bestiame, scoprendo tuttavia che l’uomo agisce solo per il proprio tornaconto, e che della sorte degli animali non gliene importa nulla.

Opera prima notevole e per nulla sensazionalista od edulcorata, ad opera del trentacinquenne Hubert Charuel, presentata con successo alla Semaine de la Critique di Cannes 70, Petit Paysan sa essere schietto e dare una rappresentazione realista e perfettamente calata nell’ambiente, di un dramma economico ma anche umano che spinge una persona a fare qualsiasi cosa per salvare il proprio patrimonio, la propria ricchezza, ma pure i propri affetti e un lavoro che è diventato una vera e prpria ragione di vita.

Ottimo Swann Arlaud, già visto in diverse produzioni francesi e belga, interprete credibile e mai sopra le righe, perfetto per rendere tangibile la disperazione di un uomo che coniuga alla perfezione senso del dovere e sentimento, e perfetto anche a rendere la timidezza e la retrosia dell'uomo poco avvezzo a fare la corte o a ricevere considerazioni da parte della panettiera che lo vorrebbe a sé.

Magnifica la scena iniziale, onirica ma nemmeno troppo, in cui il protagonista si sveglia e si alza da letto circondato dalle proprie mucche, facendo fatica a districarsi tra i loro corpi ingombranti per raggiungere il bagno. 

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