Regia di Aki Kaurismäki vedi scheda film
Un film notevole per la sua umanità complessa, ma allo stesso tempo semplice. Wikhstroem, apparentemente glaciale e antipatico, quasi mafioso, che gradualmente rileva sua grande umanità pressochè anemotiva, nel rapporto con i deboli, in primis Kahled, ma anche con i suoi dipendenti e perfino con il cagnolino, dapprima verbalmente cacciato, ma poi accolto e benvoluto. Anche il rapporto con la moglie, che all'inizio sembra da parte sua crudele, si rivela altamente positivonel recupero dell'alcoolizzata.La realtà finlandese risulta dal contesto strana, come la poliziotta che intervista il profugo e partecipa empaticamente alle sue vicende, apparentemente colpita dalle sue sofferenze, e che poi finisce con il verdetto di espulsione. Un'altra cosa che risulta comica nella sua tragicità è il testo delle belle canzoni in stile country, nelle quali gli anziani musicisti decantano gli inverni gelidi, le alluvioni, la devastazioni dei raccolti, ma sempre con gioia e ottimismo.
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