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La prossima vittima

Regia di John Schlesinger vedi scheda film

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La recensione su La prossima vittima

di OGM
6 stelle

John Schlesinger firma un TV movie dalle tinte forti, costruito intorno ad una parabola criminale da Un borghese piccolo piccolo. La sua carica provocatoria si esaurisce, però, in un disegno di vendetta ingegnosamente architettato, la cui traiettoria elude le problematiche sociali ed etiche, e sul versante psicologico, presenta solo i superficiali effetti del dolore, dell’odio, della tensione nell’attuazione di un progetto criminale.  Le emozioni come contorno alla recitazione, e come semplice commento ai gesti,  sono i tipici tratti di una narrazione scritta che è stata solo srotolata sullo schermo,  senza essere compiutamente sviluppata in una realtà a tutto tondo: in questo film mancano l’esitazione e l’incertezza, ossia quelle imperfezioni che ostacolano il procedere delle azioni favorendo l’analisi e la riflessione. Il problema – quello di un sistema giudiziario troppo garantista che lascia gli assassini a piede libero – viene sì enunciato, ma non è mai veramente elaborato e, anzi, viene liquidato, nel finale, da una soluzione radicale, fortuita e di carattere strettamente personale. Un impianto troppo rigido, coerente e rigoroso, costruito interamente in funzione di un epilogo tranciante, non concede alcuno spazio alle necessarie domande, né alle possibili risposte, e rimane chiuso intorno ad una vicenda troppo particolare e studiata per poter fungere da esempio rappresentativo. La prossima vittima è il classico film che declina l’impegno in spettacolo, trasformando le crisi in fonti di sensazioni: la madre giustiziera è una sorta di supereroina dei sentimenti negativi e delle scelte sbagliate, che, però, ha il potere di mitizzare gli istinti primitivi e l’inciviltà in cui possono degenerare l’intolleranza e il qualunquismo della gente.

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