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Decisione critica

Regia di Stuart Baird vedi scheda film

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La recensione su Decisione critica

di genoano
7 stelle

"Decisione critica" ovvero può più l'intelligenza della forza bruta. Il regista Baird finta debolmente l'action movie alla "Delta force" per poi affondare efficacemente il colpo del thriller d'azione a metà tra "Die hard" e "Airport". Disarmonico, spiazzante, avvincente nella seconda parte. Voto 6 e mezzo, forse anche 7.

Non fu tanto per il braccio possente del prode Achille che l’inespugnabile rocca di Troia cadde, quanto per la mente ingegnosa dell’astuto Ulisse; così, in questo film, più risolutivo del guerriero Steven Seagal nel pelare la brutta gatta del terrorismo ad alta quota sarà l’analista Kurt Russell. Dalla vicenda dell’antico assedio i brillanti fratelli Thomas, sceneggiatori di “Predator", riprendono, aggiornandolo alle tecnologie moderne, il ben noto espediente del cavalluccio; il personaggio di Russell, poi, rivela la sua matrice omerica allo spettatore quando, in un tesissimo dialogo col temibile nemico, che gli chiede chi sia, afferma “Nessuno”, come Ulisse di fronte a Polifemo. Così parla un eroe per caso, sottotono, che si fa sottovalutare all’inizio del racconto per poi divenirne l’assoluto protagonista, simile al Jack Ryan di Tom Clancy, un uomo di pensiero che non si tira indietro di fronte al pericolo e all’azione; in effetti il film, mescolando thriller d’azione, tecnologia militare e moto turbolento all’interno di un fluido ricorda un po’ “Caccia a Ottobre Rosso”. Sul plot aleggia la serie “Airport”, pietra miliare dei putiferio-tra-le-nuvole movies, ma il vero “padre” cinematografico di questo film è il leggendario “Trappola di cristallo”, a cui rimandano personaggi e situazioni : dall’eroe suo malgrado che per salvare gli ostaggi agisce nell'ombra, al villain (David “Poirot” Suchet) che cela dietro al suo crimine un piano ancor più scellerato; dall’arrogante che si propone, ahilui, come mediatore, all’aiutante (Halle Berry) che si prodiga a distanza ma in comunicazione col protagonista, sino allo scioglimento della tensione accompagnato da un classico della canzone dell’America degli anni d’oro (qui c’è “It’s nice to go traveling” cantata da Frank Sinatra a svolgere la funzione che aveva “Let it snow!” in “Die hard”). Se "Die hard" ha generato “Executive decision”, questo a sua volta ha come "figlio" l'ancor più fortunato ”Air force one” con Harrison Ford, che lo ricalca in molti aspetti e sbancò i botteghini l’anno successivo … a proposito, la collega bionda di Halle Berry, non la prima che compare nel film, ma la seconda, è Marla Maples, all’epoca seconda moglie del futuro presidente degli USA Donald Trump, uno che di decisioni critiche ne ha prese parecchie, magari anche sull’Air force one.

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