Regia di Francesco Nuti vedi scheda film
Melodrammuccio di straordinaria inconsistenza, quantomeno per l'autore, che però ha la parziale scusante di avere Veronesi co-sceneggiatore - ma c'è anche il non disprezzabile Cerami. Inutile cercare motivazioni che vadano a colmare le perplessità che un simile lavoretto inevitabilmente genera nello spettatore: evidentemente le intenzioni di chi ha scritto e girato Stregati non andavano molto oltre il fotoromanzo. Pazienza, in fondo lo sfacelo si poteva subodorare già dal precedente Tutta colpa del paradiso, in cui peraltro compariva sempre la Muti: certo non una garanzia dal punto di vista della recitazione. Il gelo della protagonista femminile, spesso e volentieri risucchiata dal ruolo maschile, cioè chiaramente quello di Nuti, e resa poco più che una semplice spalla, non fa che ampliare la sensazione di trovarsi ad uno spettacolino celebrativo del talento del comico toscano; ora, Nuti è bravo, ma qui non è granchè comico e quando punta sul malinconico diventa bolso e retorico ('cosa c'è di più grande di dio? la notte!', mah!). I suoi difetti (narcisismo e maschilismo sono i principali) traspaiono molto più chiaramente dei suoi pregi ed il risultato è un inequivocabile fiasco, con buona pace del finale aggressivamente patetico. Pare tutto finto dall'inizio alla fine del film. Colonna sonora esageratamente anni '80 firmata dal fratello del regista. 3/10.
Un dj radiofonico, abituato a vivere la notte, incontra per caso una ragazza di cui si innamora; lei però deve sposarsi presto. Lui si finge tassista per accompagnarla in stazione, ma lei non partirà: è nato un nuovo amore.
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