Regia di Robert Redford vedi scheda film
Storia vera dello scandalo avvenuto negli USA durante gli anni '50, in cui fu scoperto che il più popolare quiz a premi del momento fosse truccato. Un film che si pone in un crocevia nel quale s'incontrano Tutti gli uomini del presidente, Wall Street e spruzzate di Mr. Smith va a Washington, risultando un ritratto sociale forse non innovativo ma avvincente e, soprattutto, scritto benissimo. Ce n'è un po' per tutti: la borghesia statunitense, colonizzatrice di prestigiose università, che non resiste ad una valanga di soldi, i galoppini dei mega presidenti galattici che fungono da capri espiatori (salvo poi essere riaccolti nell'alveo dell'azienda...) mentre i i diretti responsabili sanno perfettamente che rimarranno impuniti, il proletario bue che prima rimane stregato dalle luci della ribalta e poi, dopo essere stato masticato e risputato, cerca invano di ottenere giustizia. In tutto questo il giovane avvocato ambizioso cerca di fare il lavoro per il quale ha studiato ad Harvard, rendendosi però conto che acciuffare i criminali significa confrontarsi con una realtà in cui non esistono i buoni e i cattivi (prova antipatia per Turturro mentre familiarizza con Fiennes, tentando in tutti i modi di tenerlo fuori dalla vicenda) ed in cui i veri colpevoli spesso riescono ad uscirne lindi e pinti ("Quello che lei deve capire è che il pubblico ha pochissima memoria, ma le società di capitali non dimenticano." ci ricorda l'industriale interpretato da Scorsese), cosicché alla fine della fiera il risultato del sistema legale è stato grattare la superficie, distruggendo la reputazione di chi non ha saputo resistere al richiamo dell'avidità, ma risparmiando i veri predatori. Uno di quei bei film d'impegno civile che già all'epoca scarseggiavano drammaticamente.
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