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Vacanze in America

Regia di Carlo Vanzina vedi scheda film

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La recensione su Vacanze in America

di Mr Rossi
4 stelle

Visto oggi sembra un lungo spot per una agenzia di viaggi all' estero con formula "Low-cost tutto compreso” ma siamo dalle parti di un telefilm scolastico ambientato all' estero.

Doveva essere il secondo capitolo della serie comica d’ ambientazione vacanziera inaugurata con il successo di "Vacanze di Natale", questa volta lontano da montagne e spiagge italiane. Una comitiva di ex studenti più che ventenni di una scuola privata romana gestita da sacerdoti insegnanti, con la scusa di una rimpatriata vanno in gita negli Stati Uniti d’ America sotto la guida di un prete ciociaro manesco ma in fondo tollerante detto "Don Buro" (C. De Sica) e di un suo collega (R.Moretti) più vecchio, miope e talmente rimbambito da essere capace di scambiare un sexi-shop per una edicola ed Helvis Presley per Frank Sinatra. Insieme a loro, incredibile ma vero, c'è anche la bella mamma divorziata di un allievo (E. Fenech) fin troppo apprensiva nei confronti del figlio (G. Tognazzi) che nel film non è sicuramente un minorenne ne tantomeno un minorato fisico o mentale. Rispetto ad altre commedie scolastiche da lei interpretate, in questo film la Fenech si fa vedere solo in costume da bagno in una delle sue ultime apparizioni al cinema.

 

  Visto oggi sembra un lungo spot per una agenzia di viaggi in pullman della serie “Low-cost andata e ritorno tutto compreso”, visto che si fanno centinaia di chilometri in pulmann, con delle brevi riprese di esterni in California e in Nevada da cartolina ricordo. Il clima del film è quello di un telefilm scolastico da programmazione pomeridiana estiva, con tema una gita in pullman all' estero con delle brevi soste davanti ai monumenti più importanti. Jerry Calà ripete il suo solito personaggio del giovane playboy sempre in cerca di belle donne con il suo gergo da paninaro, vittima di brutti incontri, cocenti delusioni e sonore fregature, insieme o senza i suoi pochi amici, protagonista di brevi storielle americane che sanno tanto di balle da "Bar dello Sport" italiano, compreso l’ improbabile salvataggio a mano armata di una bella poliziotta in borghese in un parco pubblico di Los Angeles.

 

   Va decisamente meglio al giovane Claudio Amendola, che conosce la bella connazionale Antonella Interlenghi in vacanza negli States con il compagno italiano yuppie assente e vidiota. Altra situazione assai poco credibile. Strano che con una come quella Amendola reciti quasi sempre con l’ espressione annoiata di uno con il mal di testa. Forse era la conseguenza del fuso orario ma in certi momenti ha la stessa espressione legnosa di Nino D'Angelo attore. La domanda più "interessante"  rivolta dalla Interlenghi al suo nuovo amico appena conosciuto sull' aereo è questa: "Ma tu vai in gita con quei deficienti?" anche se il suo amico con la cinepresa e il "telefonino" vecchio modello walkie-talkie sempre in mano non è da meno.

 

   Meno approfondita è la relazione di Gianmarco Tognazzi con una giovane e carina surfista californiana, anche se è l' unico della comitiva in trasferta a cuccare veramente ma sono vicende talmente poco interessanti che fanno rimpiangere le disavventure tragicomiche di Calà. Morale del film: Non buttate via tanti soldi in viaggi negli Stati Uniti per cercare delle facili avventure sessuali e fortunate vincite ai casinò, meglio farsi due salti in discoteca e due tiri di spinello. Sicuramente un film ancora oggi apprezzato per questa sua piccola lezione di turismo più intelligente. Ma alla fine della storia viene solo voglia di starsene a casa, anche perché del grande continente d' oltreoceano si vedono solo delle lunghissime autostrade, grattacieli, luci al neon di notte e paesaggi deserti di giorno, a parte una scena ambientata al mare in una spiaggia californiana. La vasta colonna sonora comprende qualche nota canzone americana da viaggio, compresa una ballata in italoamericano e un motivetto sulle note dell' inno dei Marines, probabilmente scambiato dal regista per l' inno nazionale americano.

 

    Nel resto del cast si notano degli attori destinati in parte a finire in vari telefilm d' ambientazione accademica, collegiale e scolastica, come Fabio Ferrari e Giacomo Rosselli, due futuri protagonisti della più vista serie televisiva "I ragazzi della Terza C", in questo film in ruoli secondari poco memorabili, come ad esempio quello di Rosselli nei panni un alienato e noioso fan del Rock and Roll. Altri personaggi minori si sono già visti in altre commedie, come il pignolo bucaiolo toscano interpretato da Paolo Baroni. Tra gli altri interpreti si nota soltanto un certo Richard La Figa, forse l' interprete di Mister Mike Haz, quello che in un hotel di Las Vegas per soli cento dollari rifila a Calà una escort "speciale" che sembra la maestra quattrocchi di Pierino.

 

   Più rappresentativa dello spirito del film, già pieno di luoghi comuni sugli italiani in gita all' estero e sugli americani, con tanto di partita di poker con una famiglia italoamericana da Pensione Scarrafone di Caserta (parole di Calà) quella di calcetto tra connazionali torinesi juventini nella Valle della Morte e la spaghettata finale ammazza hamburger in hotel, è questa frase finale detta da Don Buro dopo il suo ritorno a casa nella campagne ciociare: “Ma beata l’ ignoranza se stai bene de core e de panza!”. Calà si limita a dire: "Per cuccare l' americana bisogna giocare in casa!". Anche se all' epoca della sua uscita al cinema questo film non fu un gran successo come la precedente commedia vacanziera "Vacanze di Natale", il fu Carlo Vanzina girerà di peggio. Quando uscì al cinema il grosso pubblico pagante alle commedie nostrane preferiva già quelle americane, qui di americano ci sono solo gli esterni. Se poi lo paragoniamo con dei più recenti film del genere Cinepanettoni vacanzieri d' ambientazione esotica questo è sicuramente molto più guardabile ma se vi accontentate di poco.

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