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Gantz: 0

Regia di Yasushi Kawamura vedi scheda film

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alan smithee

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La recensione su Gantz: 0

di alan smithee
6 stelle

VENEZIA 73 - FUORI CONCORSO

Ultimo nato di una serie spudoratamente nata e ispirata ad un videogioco (spudoratamente in quanto il videogioco si cita senza imbarazzo alcuno nel contesto della storia, a differenza dei vari Final Fantasy o similari), Gantz: 0 - dove lo zero probabilmente vuol significare la rinascita del filone o la definitività del progetto, chissa...) è un manga mpovie tecnicamente molto sofisticato (ma stranamente non in 3D come era facile attendersi almeno a livello dio strategia commerciale) ci catapulta in una Osaka violenta imn cui un ragazzo orfano, con un lavoro part time che gli consente di tirare avanti assieme al fratellino teenager, viene aggredito, accoltellato ed ucciso nel metro da un folle.

Una volta morto, il suop corpo si ritrova in una stanza assieme ad altri deceduti come lui, in balia di una sfera nera che gli dà una chance di sopravvivenza, qualora egli decida di tramutarsi in un membro di una squadra della resistenza, impegnata a combattee contro un orda di mostri che ha ormai invaso i quartieri della metropoli gettando panico, morte e distruzione.

Imparate le regole del "game" Masaru dovrà cercare di arrivare a raggiungere i 100 punti per avere in cambio tre possibilità da poter mettere in pratica alternativamente: una di esse è quella dio tornare in vita per occuparsi del fratellino, solo a casa nella vana attesa che egli torni a farsi vivo.

Passati i primi minuti, forti di una certa emozione per lo spettacolo visivamente dirompente provocato da una animazione che sembra sempre di più cinema filmato, Gantz:0 diventa presto ripetitivo e un pò fine a se stesso: esattamnte come deve essere un videogioco, in cui ciò che conta è solo sparare al neemico, farlo fuori ed accumularre punti per poter continiuare e superare precedenti record acquisiti.

Un film dunque coerente col prodotto a cui si ispira e da cui è stato clonato con un grande lavoro tecnico, ma pure di regia. 

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