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Fiorile

Regia di Paolo Taviani, Vittorio Taviani vedi scheda film

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La recensione su Fiorile

di sasso67
4 stelle

Nonostante un inizio promettente, che a momenti fa venire alla mente il "Manoscritto trovato a Saragozza" di Potocki, per circa un'ora e mezza ci si chiede, annoiati, cosa vogliano dire i due fratelloni del cinema italiano (lasciamo perdere i Vanzina, che non fanno neppure testo), salvo poi accorgersi che, probabilmente, vogliono presentare un discorso sull'avidità umana, ma anche e soprattutto sullo stato della democrazia in Italia: non è un caso che i membri della famiglia Benedetti (che poi, come facciano a chiamarsi tutti Benedetti, visto che la discendenza è quasi sempre femminile) attraversino le fasi cruciali della storia italiana, dall'epoca napoleonica a quella dell'Italia unita, dal Fascismo, alla Resistenza, ai giorni nostri. E secondo i Taviani lo stato della nostra democrazia non è poi così buono - il film uscì in pieno periodo di Tangentopoli - tanto che sembrano suggerire un ritorno alla Francia, intendendo a quei principi che la Rivoluzione Francese esportò in tutto il mondo, quando Libertà, Uguaglianza e Fratellanza non erano soltanto parole. Non sarà un caso che l'unico personaggio veramente positivo di tutto il film è il tenente francese Jean, progenitore dei protagonisti. Purtroppo, il discorso dei Taviani è incastonato in un pasticcio che mischia il grande romanzo e l'estetica del Mulino Bianco, la riflessione politica e il racconto di paura per bambini. Troppi snodi drammatici sanno di posticcio, a cominciare da quei bambini concepiti un'ora prima che il padre fosse fucilato a quelli nati un'ora prima che la mamma morisse sotto i bombardamenti, fino ai repentini cambiamenti d'umore e di carattere di troppi personaggi.
Meno new age del Bertolucci di "Io ballo da sola" (1996), i Taviani ripropongono tuttavia, con la bella fotografia di Giuseppe Lanci, una Toscana da cartolina. E se il film non è un totale naufragio, lo deve a qualche spunto sinceramente toscaneggiante e a qualche attore davvero bravo, primo tra tutti, a mio parere, Pier Paolo Capponi, nella parte del capostipite dei Maledetti. Chiara Caselli ha una particina, ma fa in tempo ad offrire l'immancabile scena di nudo. (27 luglio 2007)

Sulla trama

Un uomo d'affari torna in Italia con la famiglia dalla Francia, per visitare il padre, che vive nella campagna toscana. Per strada, racconta ai figli la storia della propria famiglia, i Bendetti, soprannominati Maledetti, dalla fine del Settecento ai giorni nostri. La famiglia, orginariamente di umili contadini, si arricchisce grazie a un misfatto durante l'occupazione della Toscana da parte delle truppe napoleoniche. Da questo peccato originale, discenderanno tutte le successive avventure e sventure della famiglia.

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