Regia di Allen Baron vedi scheda film
E' un film un po' singolare, in parte girato con stile di cronaca e in parte con stile drammatico. Le parti di cronaca sono costituite dalle immagini del protagonista che prepara l'assassinio su commissione, spiegate e raccontate da un uso massiccio della voce narrante. Questa l'ho trovata persino eccessiva, sia per la sua pervasiva presenza che per il suo tono troppo colloquiale o casuale, come dei pensieri che passano liberamente per la testa. Le parti propriamente recitate con i dialoghi, invece, mi sono piaciute molto di più, e le ho trovate ben girate e intrpretate. Interessanti sono secondo me tre personaggi, a cominciare dal protagonista. E' un uomo che soffre di una tremenda solitudine, anche perché è un orfano cresciuto in collegio, che non ha mai trovato veri amici e neppure l'amore. Il suo uccidere a sangue freddo è quasi uno sfogo, o una vendetta per la vita amara che conduce. Riuscito ho trovato anche il personaggio del grassone che procura armi sotto banco: il suo allevare criceti con affetto e dedizione produce un inquietante contrasto col suo essere uomo spietato, ricattatore, e profittatore quando si tratta di persone. Interessante è infine il personaggio della ragazza ex-compagna di collegio del protagonista, che respinge il suo amore (forse l'unica volta che ha amato nella vita) con quel fare ipocrita, che tenta di consolare mentendo, e che rende il rifiuto ancor più doloroso. E' forse lei che lo spinge in tal modo a compiere due altri omicidi. Tutti e tre i personaggi sono ben interpretati dai rispettivi attori.
A margine, c'è un po' di critica sociale, col tema della rispettabilità sociale che a volte nasconde dei farabbutti.
Per tirare le somme, è un film non perfetto ma dal bilancio positivo.
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