Regia di Luciano Salce vedi scheda film
Satira politica per come ci si poteva permettere di farla nel 1968. La vicenda dei gemelli, vecchia come la commedia stessa (a partire dal personaggio di Sosia, nell'ANFITRIONE di Plauto), serve a Salce per alludere alla doppiezza degli uomini politici, affidandosi ad uno dei pochi attori italiani che avrebbero potuto reggere la duplice parte per tutta la durata di un film. Il quale, però, è lento e prolisso, risente di un po' troppi stereotipi del periodo (per dirne uno: il giovane rampollo dell'industrialotto che legge Mao), troppe macchiette (il ministro e il prete) e battute scontate. E perfino Gassman, più gigione e mattatore del solito, risulta insopportabile.
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