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Una bionda sotto scorta

Regia di Dennis Hopper vedi scheda film

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La recensione su Una bionda sotto scorta

di FilmTv Rivista
8 stelle

Dennis Hopper è un vecchio pazzo. "Santone" del giovanilismo hippie mondiale con Easy Rider alla fine degli anni ’60, attore cult (di quelli che con la loro faccia imprimono un "segno" a un film) negli anni ’70 e ’80 (da Apocalypse Now e Rusty il selvaggio, dall'Amico americano a Velluto blu), disadattato incallito e intellettuale raffinato, collezionista d'arte e pittore egli stesso, è tornato dietro la macchina da presa saltuariamente, ma sempre con film duri, scomodi e violenti (Out of the Blue dell'80, Colors dell'88, Backtrack dell'89 e Hot Spot del ’90). Il suo stile può essere sgradevole e, talvolta, abbozzato, ma è decisamente personale, incisivo e tutt'altro che tranquillizzante. E adesso, sulla soglia dei sessant'anni (è nato nel 1935), questo signore elegante che è una specie di leggenda vivente fin da quando aveva trent'anni ed è richiestissimo dai cineasti americani ed europei delle ultime generazioni, decide di fare un film comico. Decisamente comico, tutto giocato su inseguimenti e scazzottate, su battute, caratteri e macchiette che si inseguono e si ritrovano attraverso il viaggio di due giorni di due ufficiali della Marina, incaricati di riportare alla base un prigioniero militare. Che è in realtà una prigioniera, bionda, giovane, tenera, ma tutt'altro che indifesa, un marinaio scelto che ha aggredito un collega e si è assentata senza permesso, condannata per questo a 10 anni di detenzione. Con uno spunto così, o si para nel dramma nero o si para nella commedia scatenata: e Una bionda sotto scorta è una commedia on the road, che si ricorda bene tutti i film precedenti di Hopper, nelle corse sulla strada e nei bar e nei motel (tutti ripresi dal vero), negli incidenti catastrofici (basta ricordare quello tragico di Out of the Blue), nei tipi che la percorrono. E l'idea più azzeccata del film è proprio questo andirivieni (che ricorda un po' Una vita al massimo di Tony Scott-Tarantino, dove anche Dennis Hopper faceva una lunga "comparsata"): i due marinai, sempre in coppia, tronfi e suonati, il sergente dei Marines dispettoso Gary Busey e il capitano di Marina giocherellone Seymour Cassel, il meccanico Frederic Forrest e il rappresentante di biancheria femminile, sgargiante e un po' rimbambito, che resta senz'auto, abbracciato a un'enorme bambola gonfiabile. Proprio lui: Dennis Hopper.

 

Recensione pubblicata su FilmTV numero 34 del 1994

Autore: Emanuela Martini

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