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California Poker

Regia di Robert Altman vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su California Poker

di luca826
8 stelle

VOTO 8 TRISTE (Tv 17 Dicembre 2011)
Recita uno speaker di un'anonima sala da gioco:

"Saper giocare ai giochi di abilità è un vantaggio perchè vi farà desiderare in qualsiasi salotto e particolarmente in quelli frequentati dalla gente più raffinata..."


Questo è l'impagabile inizio dello spaccato californiano (California Split) di Robert Altman, un amaro carosello di personaggi focalizzato su due mattatori. Il cinema del grande regista americano è sempre stato incentrato sulle interazioni dei caratteri ma anche sui dettagli di ripresa (dai primi piani estemporanei ai particolari trascurabili della divisa di una croupier) e questi sono i suoi anni migliori, pochi mesi dopo uscirà Nashville... La sceneggiatura (questa volta di Joseph Walsh) è in linea con i grandi capolavori del periodo, libera semplice, equilibrata tra momenti riflessivi e attimi ironici, conducendo il pensiero ben oltre il rappresentato.

L'importante è sentirsi degli eroi ogni tanto...

Infatti il malessere esistenziale che traspare, anzi esplode nell'ultima inquadratura, sfida addirittura l'happy end,  ridefinendolo. Charlie e Bill sono a caccia di soldi, la loro vita (almeno quella del primo) è basata su espedienti d'azzardo e scommesse, eppure nel momento della tanto desiderata vincita finale quello che rimane è il vuoto, il niente. Come il niente circonda quest'umanità allo sbando dove lo sguardo disilluso e amaro ma sempre rispettoso del cineasta genera un affresco non solo triste ma anche senza vie d'uscita. Bar di terz'ordine, squallide sale poker, affollati ippodromi, case perennemente in disordine, locali di strip-tease, fanno simbolicamente da cornice a questa trama senza redenzione per nessuno.

Non é servito a un cacchio eh?

Esclama laconicamente un memorabile Gould, mettendo in discussione un'intera società basata sull'accumulo/desiderio di denaro.

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