La recensione su Hollywood Hot Tubs

di undying

3 stelle

Una delle tante commedie sexy, tra le peggiori, sulla falsariga di "Porky's" (Bob Clark, 1981), dirette dal prolifico regista Chuck Vincent. Titolo curioso, più che altro, per la presenza di Edy Williams, stellina del cinema di (s)exploitation e moglie di Russ Meyer.

Il giovane Shawn Wright (Paul Gunning), dopo essere stato sorpreso sul fatto, come conseguenza per avere vandalizzato la celebre insegna di Hollywood (mutandone il nome in Hollyweed), deve scegliere tra due opzioni: la prigione o il lavoro. Opta chiaramente per la seconda, tanto più che l'azienda per la quale prenderà servizio appartiene allo zio Al (Stafford Morgan). Finisce così ad occuparsi, come idraulico, delle riparazioni di vasche idromassaggio. Assieme al collega Jeff (Michael Andrew), Shawn incontra diverse ragazze, tutte piuttosto disinvolte.

Le oltre cinquanta regie attribuite a Chuck Vincent (1940 - 1991) compongono un curioso insieme di due metà, quasi esatte di numero ma opposte per risultato, costituenti disomogeneo materiale cinematografico: una destinata a un pubblico esclusivamente adulto, l'altra a quello prettamente adolescente. In entrambi i casi, il genere prevalente praticato dall'autore è quello della commedia, che ne percorre, trasversalmente, quasi per intero l'attività. Sporadiche eccezioni sono confinate agli estremi. Vincent esordisce infatti con il tetro, quasi horror, Voices of Desire (1972) - già la seconda pellicola, girata lo stesso anno, sarà una commedia, While the Cat's Away... - mentre, a fine di una carriera stroncata prematuramente, tenta la strada del thriller con Follia! (1987) e Bad Blood (1988). In mezzo ci sta una filmografia corposa, tra titoli porno (qui stanno i suoi migliori lavori) e sexy commedie, in ogni caso dai risultati spesso altalenanti, quando non opposti. Tra le cose "minori" dirette da Vincent, ad esempio, troviamo proprio questo Hollywood Hot Tubs (girato nello stesso periodo dell'hard Jack'n Jill 2), film realizzato nel tentativo di accodarsi alla scia di più celebri successi commerciali, destinati ad adolescenti in vena di svago, tipo lo stracult Porky's (Bob Clark, 1981). Ad essere onesti, Hollywood Hot Tubs inizia in maniera piuttosto promettente (la lunga ripresa aerea dell'insegna di Hollywood), con una vivace colonna sonora a firma di Joel Goldsmith, facendo presagire essere un film di certo budget, molto curato tecnicamente. Purtroppo, trascorsi i primi dieci minuti, la sceneggiatura, opera di Craig Horrall e Mark Borde, mostra tutti i suoi limiti, proseguendo con una commedia sottotono, poco o per nulla ironica e molto, invece, scadente. A metà tempo diventa chiaro come gli autori puntino unicamente a mettere in rilievo situazioni grottesche, apparentemente inserite a forza e con certa improvvisazione nella debole linea narrativa. L'obiettivo principale, al centro del progetto, appare comunque essere quello di mostrare donne dal petto abbondante, possibilmente in topless. Il versante erotico è limitato, in prevalenza, a questo aspetto, perlopiù rappresentato da ragazze d'età sensibilmente maggiore dei protagonisti maschili, tra le quali emerge comunque Edy Williams, moglie di Russ Meyer, popolare (negli USA) attrice per le tante partecipazioni in pellicole a basso costo, in genere sexploitation (commedie sexy, horror e fantascienza di serie Z), spesso nel ruolo di ninfomane, di pochi abiti vestita. Curiosamente la Williams, dopo una comparsa nel film Lungo la valle delle bambole (Russ Meyer, 1970), sarà presente anche nell'italianissimo film di Bruno Gaburro, Peccati in famiglia (1975). Ad ogni modo, per chi se lo stesse, lecitamente, domandando: Hollywood Hot Tubs non ha nulla a che vedere con l'hard, nonostante la regia del "praticante" Chuck Vincent, anche se si spinge parecchio in là in termini "soft", mostrando qualche scena di nudo maschile e addirittura inattesi approcci omoerotici tra ragazzi, al solito delle più usuali, consolidate nelle sfumature erotiche del tempo, presenze di effusioni saffiche. Il prodotto incontra comunque i favori del pubblico giovanile, tanto che nel 1990 comparirà sui grandi schermi, per la regia di Kenneth Raich, Hollywood Hot Tubs 2: Educating Crystal.

NOTA

Per un probabile refuso, sull'imdb Hollywood Hot Tubs è segnalato anche come Violenza ad Hollywood. Con questo titolo inesatto, dato che non sembra essere mai esistita una versione in lingua italiana, il lungometraggio di Chuck Vincent è stato doppiamente schedato su Film TV.

Hollywood Hot Tubs: Jewel Shepard

"Proprio quando sembrava che le cose non potessero andar peggio, mi accorsi che mi stava crescendo il seno. Le mestruazioni non erano un problema: finché sanguinavo e lo sapevo solo io, era una cosa privata tra me e il mio corpo. Ma il seno! I ragazzi si sporgevano dai finestrini delle auto per gridarmi oscenità. Il signor Singer alla cassa della farmacia mi fissava il petto mentre pagavo le caramelle. Smisi di correre e di giocare a pallavolo perché odiavo avere male al seno mentre saltavo o correvo. Mi piaceva com'era fatto il mio corpo prima della pubertà. E pensavo, chissà perché, che non sarebbe mai cambiato, non a questo modo!"

(Leslie Feinberg)

Trailer