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Il ginocchio di Claire

Regia di Eric Rohmer vedi scheda film

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La recensione su Il ginocchio di Claire

di bradipo68
8 stelle

Il quinto(su sei) racconto "morale" di Rohmer è pervaso da un erotismo subliminale che sconfina nel feticismo.Il tutto in riva al placido lago di Annecy,ridente località turistica dell'Alta Savoia francese.Il canovaccio del film è tratto alla lontana da un racconto dello stesso Rohmer ma si presenta come una versione ingentilita de Le relazioni pericolose.Il gioco seduttivo è affidato all'affabulazione del protagonista,Jerome,un diplomatico di circa 35 anni che flirta apertamente con Laura una sedicenne liceale(che si innamora di lui in un andirivieni sentimentale ricco di slanci e ripensamenti,calore del momento e razionalità) per poi puntare le sue attenzioni sulla giovane Claire,amica di Laura,o meglio su parte di lei,il ginocchio.Il velo di erotismo pruriginoso che pervade sottilmente la pellicola(in fondo parliamo sempre di un uomo maturo e di minorenni,al giorno d'oggi il diplomatico sarebbe tacciato di pedofilia) sconfina nel gesto simbolo di tutto il film:sfiorare quel ginocchio.Il diplomatico architetta anche tutta una serie di menzogne per avvicinarsi a Claire e sfiorare ripetutamente il suo ginocchio.E dopo?Dopo ritorna al suo porto sicuro,la sua promessa sposa sempre menzionata ma mai vista.Rohmer dà un posto privilegiato allo spettatore che vede tutti gli intrighi dei vari personaggi,dal diplomatico,alla sua amica a cui affida tutte le sue sensazioni più intime fino ad arrivare a Laura e alla stessa Claire che cambia in verità diversi partner dimostrandosi in realtà piuttosto superficiale.Il bello della seduzione non è la seduzione stessa,intesa come risultato finale,ma come ci si arriva.E una volta arrivati al risultato finale si prova anche un misto di appagamento ed inquietudine per la sensazione di vuoto che si prova in attesa di focalizzarsi su un nuovo obiettivo, lo stessa insoddisfazione che si prova quando la realtà si sostituisce all'idealizzazione dell'oggetto dei propri desideri.Una volta raggiunto anche l'aura di poesia che lo circonda perde di significato,diventa parte integrante del proprio vissuto.Questo quello che succede a Jerome.Ha ottenuto il suo scopo,ha tessuto la sua tela malignamente per ottenerlo.Ora può ritornare dalla sua promessa sposa. Il tutto in barba a tutte le convenzioni morali e religiose.Alla fine forse questo è un racconto "immorale" per quello che dice ma il tocco rhmeriano ce lo fa vedere quel tocco (alla fine casto e senza secondi fini) come un esigenza quasi spirituale,un modo per arrivare all'appagamento....

Su Eric Rohmer

la solita regia invisibile che accentua se possibile il distacco del narratore dai suoi personaggi

Su Jean-Claude Brialy

Jerome,diplomatico inquieto

Su Aurora Cornu

la sua amica con cui architetta le sue macchinazioni

Su Béatrice Romand

acerba

Su Laurence de Monaghan

non male

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