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Non torno a casa stasera

Regia di Francis Ford Coppola vedi scheda film

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La recensione su Non torno a casa stasera

di degoffro
8 stelle

Disperato, straziante, doloroso e struggente road movie di Francis Ford Coppola che, al suo quarto film, già parla di "gente della pioggia", fantasmi che vagano senza meta, senza senso e senza obiettivi per le strade desolate e quasi primitive di un'America arida e insensibile, con uno stato d'animo sfuggente, sospeso, instabile, fragile e al limite, lontano dal paradiso, ad un passo dall'inferno. La mattina di un grigio giorno piovoso, specchio più che evidente del suo stato d'animo apatico, inquieto e deluso, Nathalie (una toccante e vibrante Shirley Knight), casalinga depressa, nonché giovane sposa già stanca ed annoiata dal tran tran matrimoniale, dopo avere preparato la colazione al marito gli lascia un biglietto con un inequivocabile messaggio: "Non torno a casa stasera". "Ho dovuto allontanarmi per un po’: ero al limite della disperazione. Prima di sposarmi quando mi svegliavo alla mattina la giornata era completamente mia: ora appartiene a te. Voglio stare per un po’ lontano da te. Aspetto un bambino". Con queste fredde e distaccate parole Nathalie, da una cabina telefonica, fa conoscere all'esterrefatto ed incredulo marito Vinnie la sua insoddisfazione e la sua incapacità di accettare la nuova condizione ed il nuovo stato in cui è venuta a trovarsi. "Ho l'impressione di non essere preparata alla maternità: non credo di avere capito ancora cosa significhi essere moglie": proprio questa sensazione di non sentirsi all'altezza dei ruoli che la vita inevitabilmente le assegna, l'ha indotta a cercare altrove, lontano da casa, una risposta ai suoi dubbi, alle sue paure, alle sue inquietudini ed insicurezze. Lungo la strada Nathalie incontra un autostoppista, Jimmy detto "Killer", (immenso James Caan, eccellente con la sua recitazione misurata, sottile, suggerita, timida, bambinesca) già famoso giocatore di football americano, al quale un incidente di gioco ha ridotto le facoltà mentali. Solo e ricco, grazie alla somma avuta come indennità per l'incidente, Killer ora non può fare altro che rastrellare foglie: infantile, ingenuo e obbediente, il ragazzo fa sempre quello che qualcuno gli ordina di fare, "perché è più facile". Killer si affeziona a Nathalie la quale, pur commossa, cerca di liberarsene per proseguire da sola il viaggio: ma tra i due si stabiliscono un'empatia e un'affinità non comuni, che la stessa Nathalie, inizialmente fa fatica ad accettare, ma di cui poi è costretta a prendere atto. Durante il viaggio toccante e sofferta è la visita a casa di Ellie, vecchia amica di Killer. Ellie, dopo l'incidente subito da Killer, ha dimenticato il ragazzo e lo ha lasciato solo al suo destino, trattandolo come uno straccio, senza alcun rispetto e senza un minimo di sentimento. Sprezzante e cinica lo sbeffeggia e lo insulta ("Quello non capisce neanche se è vivo: è suonato, minorato mentale, ha un pezzo di cranio d'argento"). Ma Killer così buono e generoso non replica, accetta in silenzio, ascolta e sopporta paziente. "Un deficiente senza emozioni, un idiota", lo definisce Nathalie in uno sfogo di rabbia e di disperazione, mentre cerca di sbarazzarsi definitivamente di lui. "Io non ce la faccio neanche a badare a me stessa, sono un'irresponsabile, crudele oltre che disorientata, pigra, sono una frana, non faccio altro che appoggiarmi ad altri per tutto il tempo": Nathalie si piange addosso, si sfoga telefonicamente con il marito che le risponde "Non parlare più per sfogare i tuoi sensi di colpa: agisci e fa qualche cosa", ma la ragazza non può o non vuole reagire, prosegue il suo cammino inconsapevole e triste, rassegnata e distratta. Nemmeno l'illusorio incontro con Gordon (efficace e convincente Robert Duvall), agente della stradale con figlia ribelle a carico, all'apparenza attento e partecipe delle disavventure della ragazza, in realtà interessato esclusivamente a portarla nella roulotte di sua proprietà per trascorrere la notte con lei la ripaga delle sue sofferenze. Pentitasi di averlo seguito Nathalie si ribella all'approccio violento dell'uomo, ma sarà necessario il provvidenziale intervento di Killer per difenderla dal maschilista Gordon. Il finale però sarà purtroppo tragico. "E così di colpo mi ritrovo a parlare da sola" si era detta Nathalie in una delle sue frequenti crisi isteriche e di depressione a cui Killer, con una tenerezza dolcissima aveva replicato: "Perché, non ci sono io?". Ora Nathalie dopo tanto inutile e assurdo peregrinare si trova davvero completamente sola, tenendo stretta tra le braccia quell'unico uomo per il quale ha provato un sentimento profondo di affetto e amore, al quale piangendo dirà: "Non ti abbandonerò più". Ma ormai è troppo tardi. Coppola conquista con una storia tristissima, autentica e dolorosa, da lui scritta e prodotta, un ritratto senza speranza in cui la sola anima candida, pura, sincera e capace di amare è destinata a soccombere di fronte alla superficialità, il disinteresse, il cinismo, l'ipocrisia, l'egoismo e la violenza di un mondo sempre più irresponsabile, crudele, spietato ed immaturo, dove non si è capaci di assumere le proprie responsabilità, si ha paura della propria ombra, si vive incolpando o accusando gli altri per poi versare le classiche e patetiche lacrime di coccodrillo; un mondo dove un ragazzo minorato ed impaurito, dimostra molta più sensibilità e maturità di chi si crede sano e intelligente, ma ha ancora molto da imparare. Come ne "L'uomo della pioggia" il grande regista prende le difese dei più deboli ed indifesi, sempre pronti ad obbedire, a donare e a servire, ma il cui destino è già irrimediabilmente e dolorosamente segnato: per loro non c'è posto in questo inferno. Un film che conserva una carica emotiva ancora fortissima, capace di scuoterci dal torpore e dall'anonimato in cui siamo vertiginosamente precipitati, quasi senza accorgerci: il giovane Coppola oltre trent'anni fa aveva già visto dove saremmo andati a finire, e cosa ben più triste, aveva visto davvero bene!!!
Voto: 8

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