Regia di Francis Ford Coppola vedi scheda film
Una sposina newyorkese rimane incinta e va fuori di testa: prende l’auto senza dir nulla al marito e si dirige verso ovest senza una meta precisa. Raccatta un autostoppista, che si rivela un ex giocatore di football rimasto suonato dopo un incidente e che le si affeziona come un bambino alla mamma. Finale inaspettatamente tragico. On the road con una strana coppia di emarginati dal sogno americano (c’è anche un poliziotto che ha perso moglie e figlio nell’incendio della casa e vive in una roulotte), come nel contemporaneo Un uomo da marciapiede e nel successivo Lo spaventapasseri. La definizione dei personaggi, il cui passato emerge da fulminei flashback, è un po’ carente e in particolare il malessere esistenziale della donna resta troppo vago (per capirsi: sul tema “casalinga in fuga” è meglio Alice non abita più qui); però non posso fare a meno di constatare con nostalgia che storie simili, nel cinema USA di oggi, si trovano solo fra gli indipendenti, mentre allora produceva Warner. Coppola, al quarto film, continua a farsi le ossa e trova due pezzi importanti del futuro Padrino (Caan e Duvall). Shirley Knight si era fatta notare in La dolce ala della giovinezza, ma in seguito si è un po’ persa: peccato.
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