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A casa nostra

Regia di Lucas Belvaux vedi scheda film

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La recensione su A casa nostra

di Abelard
2 stelle

Di facciata vorrebbe affrontare temi importanti ma si avvicina solo alla superficie, senza soffermarcisi troppo, per poi velocemente deviare verso una non celata faziosità di parte

Pauline, giovane donna separata, abita con i due figli e lavora come infermiera domiciliare in un distretto minerario nel nord della Francia.
Disponibile ed alla mano, è benvoluta dai suoi concittadini e dai suoi pazienti.
Tutto sembra andare per il meglio per Pauline, fino a quando non le viene chiesto di presentarsi come candidata alla poltrona di sindaco nelle imminenti elezioni comunali.
La trama di per se non ha nulla di eccezionale, né di innovativo: è il "classico dramma" a sfondo socio-politico.
Ma ciò che balza immediatamente all'occhio è che un prodotto costruito e distribuito con un solo ed unico scopo: divenire "spauracchio" da usare come manifesto politico per le elezioni francesi appena concluse.
E' di fatti l'ennesima pellicola di propaganda immigrazionista che punta ad eludere piuttosto che chiarire, magari ponendo domande reali.
Di facciata vorrebbe affrontare temi importanti ma si avvicina solo alla superficie, senza soffermarcisi troppo, per poi velocemente deviare verso una non celata faziosità di parte ben evidenziata nelle figure, quasi caricaturali, dei vari personaggi.
E si finisce a storcere il naso quando ci si imbatte in una delle, molte, sottolineature forzose con cui in questo film si cerca di spronare lo spettatore nel recepire il (buon) senso di molti discorsi come infarciti di un razzismo velenoso e viscerale, tanto da sprofondare in più punti nel complottismo più becero.
E non dimentichiamo i vari "luoghi comuni", di cui la pellicola in questione è assurdamente satura.
Per terminare: è un film in cui non vi è alcuna possibilità di dialogo, apertura, chiarimento; autoreferenziale. Con un unico lapidario messaggio: "Se votate così, siete così. Punto!"

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