Regia di Giuliano Carnimeo vedi scheda film
Terzo episodio delle avventure del pistolero damerino Sartana. Questa volta manca Gianni Garko, rimpiazzato da George Hilton, ma soprattutto manca una buona idea centrale, carenza a cui si è cercato di ovviare affastellando un'inutile pletora di personaggi secondari.
Il terzo episodio (secondo sotto l'egida di Giuliano Carnimeo) della saga del pistolero damerino Sartana è probabilmente anche il capitolo meno riuscito dell'intera serie. Manca Gianni Garko, rimpiazzato qui da George Hilton, e già tale cambio arbitrario non depone a favore della pellicola, ma cosa ben più grave è la mancanza di un'idea concreta che Carnimeo e il suo sceneggiatore Tito Carpi cercano disperatamente di colmare inserendo nella storia quanti più outsiders possibili. Il più 'folkloristico' del lotto è indubbiamente Sabata, altro personaggio 'preso in prestito' da Gianfranco Parolini, proprio com'era accaduto con lo stesso Sartana. Solo che Carnimeo prende il personaggio che fu di Lee Van Cleef e lo modella a suo piacimento trasformandolo in un pistolero ancor più damerino del protagonista, che se ne va in giro con un ombrellino da signora, legge versi di Lord Alfred Tennyson e, questo non serve forse aggiungerlo, non ha il volto 'leoniano' di Van Cleef ma bensì quello molto meno noto del giovane Charles Southwood. Insomma, un mezzo pasticcio nel quale si salvano le musiche di Francesco De Masi e il 'cattivo' (uno dei tanti, in un film così sovraffollato) Nello Pazzafini.
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