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Tre croci per non morire

Regia di Willy S. Regan (Sergio Garrone) vedi scheda film

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La recensione su Tre croci per non morire

di giurista81
4 stelle

Secondo western diretto da Sergio Garrone che poi girerà i più riusciti "Una Lunga Fila di Croci" (titolo ripreso da una battuta proferita in questo film nei confronti di Ken Wood, al secolo Giovanni Cianfriglia) e "Django il Bastardo".
Buonissima messa in scena e grande cura nella regia, purtroppo manca quasi del tutto la sceneggiatura e il soggetto è ridottissimo.
Abbiamo tre reietti, tutti ottimi nell'impiego delle armi, che vengono fatti uscire dal carcere con il compito di provare l'innocenza di un ragazzo condannato all'impiccagione per un omicidio che non ha commesso. In palio ci sono 30.000 dollari e il condono delle pene. Le caratterizzazioni dei personaggi sono appena abbozzate. Abbiamo un ladro di cavalli  messicano, paffutello e simpatico ma che odia le donne; un distinto Casanova che si innamora un po' di tutte le donne; e un pistolero monoespressivo che non lascia trapelare alcuna emozione. I tre dimostreranno per tutto il corso dell'opera un grande affiatamento e non cercheranno mai di fregarsi l'uno con l'altro.
Spruzzate di critica sociale in qua e in là, dirette a colpire il razzismo, e un pizzico di misogenia in alcuni dialoghi.
Bravi Craig Hill e Franco Cobianchi D'Este (nei panni del messicano), è una pietra Cianfriglia. Presenza anche per Ida Galli, alia Evelyn Stewart.
Garrone cerca di colmare le lacune (nella prima ora di visione non accade nulla di rilevante ai fini della storia, tanto che il messicano dirà: "non abbiamo combinato nulla") e le innumerevoli forzature (Cianfriglia che non viene ucciso da un colpo sparato a brucia pelo dall'antagonista; Mariangela Giordano che cade in catalessi per riprendersi d'improvviso durante una sparatoria e gridare il nome dell'assassino ricercato dai tre protagonisti e venire puntualmente uccisa) di una sceenggiatura che vorrebbe tingere di giallo le pieghe del racconto (non ci riuscirà, poiché tutto appare telefonato e ben chiaro), inserendo sparatorie e scazzottate a go go (peraltro ben dirette). Notevole scena in flashback iniziale, con grande gusto per l'onirico e le atmosfere horror.
Si segnala anche una bella ma folle sequenza in cui Cobianchi D'Este, vistosi alle strette e circondato da vari banditi, lancia in aria il proprio cinturone carico di proiettili per colpirlo con una fucilata in modo da fare esplodere i vari proiettili l'uno di seguito all'altro (!?). Chiaramente i vari proiettili andranno a eliminare tutti gli avversari, mentre Garrone inquadrerà Cobianchi inclinando di continuo la mdp di 180' gradi.
Discreta la fotografia di Mancori, anonima la colonna sonora.
Solo per estremi appassionati. Evitabile, ma non pessimo. Voto: 5.5

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