Regia di Sergio Corbucci vedi scheda film
Django (Franco Nero) è un pistolero con gli occhi di ghiaccio che si trascina dietro una cassa da morto, stretto in una morsa infernale tra i razzisti e i Messicani, che non esita a spazzare via pallottola dopo pallottola. Nel passato, una moglie morta assassinata che ha seppellito insieme alla capacità di amare.
Film western del 1966 che ha ispirato Quentin Tarantino, benché Django Unchained del regista americano c'entri poco o nulla con questo lavoro di Corbucci, almeno per quando riguarda personaggi e sviluppo della trama - mentre Quentin deve avere apprezzato parecchio il cinismo di fondo e le scene più crude (ad azzardare paragoni, quella dell'orecchio tagliato assomiglia molto alla scena analoga nel film Le Iene del regista americano). Nel film di Corbucci abbiamo un pistolero abilissimo - interpretato con maestria da Franco Nero - immerso in una realtà di pura violenza e sopraffazione, dove non esiste nessun rispetto per la vita umana e dove l'odio ha il puro sopravvento. Tra una sparatoria e l'altra la vicenda acquista subito un buon ritmo e lo mantiene fino alla fine, mentre Django con la sua abilità da pistolero finisce per sembrare un eroe dei fumetti, compiendo imprese al limite del verosimile; mentre altrettanto fumettistici appaiono i nemici che incontra. Davvero un pietra fondamentale nella storia del western, da vedere.
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