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Pochi dollari per Django

Regia di Leon Klimovsky vedi scheda film

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La recensione su Pochi dollari per Django

di mm40
2 stelle

Django, un bounty killer nel far west, dà la caccia a un pericoloso bandito, capo di una gang di rapinatori ormai interamente sterminata. Quando arriva in paese, viene scambiato per lo sceriffo e ne assume l'identità; ma anche l'uomo che ha puntato potrebbe non essere realmente chi sta cercando. E per di più ha una figlia che fa girare la testa a Django.

 

Sui titoli di testa compare il nome dell'argentino Leon Klimovsky, ma il vero regista di Pochi dollari per Django potrebbe essere l'italiano Enzo Girolami Castellari. Buffo, per un film la cui trama si basa sugli scambi di persona. La co-produzione italo-spagnola mise dietro la macchina da presa Klimovsky - racconta Marco Giusti nel Dizionario del western all'italiana - ma, vistolo in difficoltà data l'età avanzata, Marino Girolami (produttore della metà italiana) mandò suo figlio Enzo a rimpiazzarlo o quasi. Ciò risulta difficile a credersi poichè l'argentino aveva appena 60 anni (classe 1906) e continuerà a girare per oltre un decennio, campando peraltro fino a compierne 90. Ma anche Imdb segnala come 'uncredited' Castellari; la teoria più probabile a questo punto è che le prime riprese del film fossero qualitativamente insoddisfacenti e che il 28enne esordiente Castellari venisse affiancato a Klimovsky sul set anche per farsi un po' le ossa nel mestiere. L'opera di per sè altro non è che l'ennesima riproposizione del duello fra cattivo e più cattivo, tipico scontro dello spaghetti western, con una sottotrama di piccoli misteri e sotterfugi non del tutto compiuta, nella sceneggiatura firmata da Manuel Sebares e Tito Carpi (citato come Tito Capri nei titoli di testa!). Già nel 1966, a genere ancora 'giovane', pellicole di tale fattura erano prodotte serialmente, con le conseguenze che si possono facilmente intuire; esteticamente parlando, Pochi dollari per Django non fa nulla per nascondere il suo basso budget e anche gli interpreti non brillano particolarmente, nonostante il ruolo centrale affidato al pur bravo Frank Wolff. Nel cast troviamo inoltre Anthony Steffen, Gloria Osuna, Alfonso Rojas e, in una parte minore, a completare la 'riunione di famiglia' Ennio Girolami, fratello di Enzo e anch'egli figlio di Marino. Non male le musiche di Carlo Savina. 2,5/10.

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