Regia di Tod Browning vedi scheda film
Non è mai semplice descrivere un capolavoro.
Nel parlarne sembra quasi non si possa fare a meno di sminuirne il valore intrinseco.
Drammatico, grottesco, scomodo, Freaks è un passato che bussa prepotentemente alla nostra porta, ospite disatteso di un tardo pomeriggio d'autunno.
Non mi soffermerò sulla trama della pellicola, dando per scontato la conosciate già o che siate in procinto di accingervi alla visione.
Nel corso degli anni mi è capitato, talvolta, di ripensare a questo film e non ho potuto fare a meno di chiedermi per quale motivo un'opera di Tod Browning dei primissimi '30 possa risultare ancora incredibilmente interessante e sia diventata oggetto di culto.
Non mi ha mai convinto l'idea, condivisa da moltissimi in verità, che Freaks sia (stato) meramente ed unicamente la rappresentazione di una diversità - benevola e grottesca - contrapposta ad una normalità effimera ed aberrante.
Il suo cuore e la sua grandezza risiedono altrove, per il sottoscritto.
Freaks è, infatti, il primo vero horror "moderno" della storia del cinema.
Browning riesce a disancorarsi dalle figure orrorifiche del suo tempo, intrise di vistosi elementi gotici, per compiere un'indagine sulle origini del male.
Se inizialmente sembra volerci far empatizzare con i "mostri", presentandoli sotto una comoda aura innocente e benigna, lo spettacolo dura relativamente poco poichè il nostro regista cambia ben presto le carte in tavola.
Ed i "freaks" diventano mostri per davvero. Non perchè la natura li abbia dipinti seguendo linee originali e grottesche, bensì poichè plasmati malignamente dalla società. Individui in grado di mettere in atto una vendetta che è forse più crudele e sadica dell'omicidio stesso.
Il cuore della pellicola sta proprio qui : il male esiste. E non è nascosto in anguste lagune o in sperduti castelli sepolti dalla nebbia e nemmeno in oscuri laboratori.
E' dentro di noi, pronto a manifestarsi ed a prendere il sopravvento sulle nostre esistenze labili.
Ecco perchè Freaks è un film incredibilmente visionario e moderno, che riesce ancora ad affascinare ed a far parlare di sé.
Circondato da un'irresistibile aura di maledettismo e condannato ad un inesorabile fallimento nel '32, oggi è più vivo che mai...mentre non credo si possa dire altrettanto delle pellicole contemporanee concorrenti targate Metro Goldwyn Mayer.
A distanza di ottantacinque anni, Freaks è l'immagine riflessa di Hans, eternamente bambino, che ci scruta con occhi vitrei e lontani, domandandosi quando saremo finalmente pronti a spogliarci del nostro illusorio progresso per raggiungerlo. Per raggiungerli.
Perchè loro sono ancora tutti lì, seduti a quella tavola imbandita in attesa che un nuovo mostro s'aggreghi alla compagnia...affinchè riecheggi ancora una volta l'antica cantilena.
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