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Kamikaze 1989

Regia di Wolf Gremm vedi scheda film

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La recensione su Kamikaze 1989

di mm40
5 stelle

In un 1989 distopico il tenente Jansen ha quattro giorni per trovare il bombarolo che minaccia di far esplodere il palazzo dell’informazione nazionale. Jansen ha metodi spicci e bizzarri, ma sa quello che fa.

L’ultimo grande ruolo da interprete per Rainer Werner Fassbinder è quello sostenuto per Kamikaze 1989 dell’amico Wolf Gremm; il personaggio di Jansen gli calza a pennello ed è proprio la performance del protagonista a fare la differenza in questa pellicola. Che per il resto è una sorta di invettiva sociopolitica nel segno del 1984 orwelliano (gli schermi dominano spesso la scena, prima fra le tante analogie) con ampie spruzzate di camp, tratta da un romanzo di Per Wahloo intitolato Omicidio al 31esimo piano, trasformato in sceneggiatura da Gremm insieme a Robert Katz. Il risultato nel complesso è divertente, forse più divertente che intrigante (nonostante l’azione non manchi, anzi); il messaggio passa in effetti spesso in secondo piano rispetto alla forma, alla messa in scena, fra tecnologie futuristiche, costumi sopra le righe – Fassbinder veste un completo leopardato indimenticabile – e oggettistica altrettanto notevole (il telefono-giocattolo del capo dei media, per es.). Cento minuti o poco più con un cast ben assortito, composto pescando fra gli attori cari a Fassbinder (Gunther Kaufmann, che fu anche suo compagno di vita, Brigitte Mira, che però muore quasi subito) e con una particina anche per Franco Nero, a cui viene ironicamente affidato un personaggio di nome Weiss (bianco, in tedesco). 5,5/10.

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