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Lo spaventapasseri

Regia di Jerry Schatzberg vedi scheda film

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La recensione su Lo spaventapasseri

di will kane
7 stelle

Max e Lionel sono due poveri diavoli che si incrociano su una strada di campagna, facendo autostop: hanno addosso tutti i loro averi, ma sono due personalità antitetiche. Vengono da un lustro di allontanamento dalla vita normale, ma il primo, di indole attaccabrighe e un pò prepotente, è appena uscito dal penitenziario, mentre il secondo, giocoso e un pò tra le nuvole, è stato imbarcato per mare per altrettanto tempo. Fanno amicizia e progettano di metter su un autolavaggio, incontrano donne e situazioni, e la bontà d'animo del secondo alla lunga contagia il primo, portandolo alla gentilezza verso il prossimo e al cercare di far sorridere le persone. Ma c'è un dramma in agguato. Vincitore della Palma d'Oro a Cannes nel 1973, "Lo spaventapasseri" ( il titolo è in riferimento alla teoria di Lionel, che asserisce che gli uccelli ridono vedendo gli spaventapasseri, e allora lasciano stare il campo in cui è piantato) è un film su un'amicizia virile nata dove non è scontato, ricordando in più momenti "Un uomo da marciapiede". Tra Hackman e Pacino, sul set, non ci fu un gran rapporto, e il secondo lo rivelò con rammarico in un'intervista, tempo dopo, affermando di essere dispiaciuto di non aver concesso molto al collega, ma sullo schermo non traspare questo disagio: semmai, tra i due grandi attori, forse la spunta Gene Hackman per lo scavo graduale del personaggio, mentre Al Pacino rivela quasi da subito la natura "strana" del suo ex-marinaio. In questo senso, particolarmente riuscita la sequenza della rischiata rissa nella tavola calda, che si risolve in un numero comico di Max per i presenti . Avviato a passo calmo verso il triste finale, il film di Schatzberg è un cult raramente visibile oggi, e sebbene paia qua e là un pò datato, merita una visione senz'altro. 

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