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Crocevia della morte

Regia di Joel Coen vedi scheda film

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Ted_Bundy1979

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La recensione su Crocevia della morte

di Ted_Bundy1979
8 stelle

Tra i migliori film di gangster nello specifico del periodo della grande depressione e in assoluto di anni più "recenti" a noi(e un decennio non esattamente il più esaltante per il cinema, come già gli anni '90), e migliore pellicola in assoluto dei Coen Bros. prima, molto prima che ruffianamente abbracciassero la commedia hollywoodian-clintonobamiana.

Graziato da una colonna sonora e nello specifico un tema dei titoli di testa e coda di Carter Burwell, talmente evocativo e sublime da essere stato utilizzato, direi quasi saccheggiato, per molti altri trailer di film nei quali invece non era presente affatto e neppure Burwell come autore, ad esempio per "Le Ali della libertà"(Rita Hayworth and the Shawshank Redemption)(1994).

Nello specifico debbo fare una piccola digressione personale, un aneddoto, nella mia piccola cittadina cagatina di provincia da scarsi 100000ab., aspettai inutilmente l'uscita cinematografica di "Miller's Crossing", nei primi mesi del 1991, per il cast a prescindere dato anche Gabriel Byrne/Tom Reagan, Albert Finney/Leo(forse una citazione di Robert Prosky[?] e doppiato alla grandissima da Paolo Ferrari, in anni pure nei quali era stato abbastanza lontano dagli schermi), e su quel che si leggeva(cartaceo, internet non esisteva), delle recensioni ottenute negli Stati Uniti e in Francia. Ma non arrivò mai. Si capito bene, una produzione 20th Century Fox, e un film dei Coen dalla fama dopo i precedenti due film, ancora non cosi quasi "di massa"-quella sarebbe venuta dopo (1991-1992) con "Barton Fink- E' successo ad Hollywood", e il consolidato consenso festivaliero di premi,  e del pubblico "d'essai''-, distribuito soltanto per un periodo breve, nelle grandi città"capo-zona". 

Per questo, non si può dire nulla al riguardo contro le possibilità immense di oggi, nei quali basta qualche clic per avere e vedere qualsiasi film in uscita nei più diversi modi, molti mesi prima o anni, delle comunque ancora spesso assurde, distribuzioni italiane(intendo una volta doppiati), nelle innumerevoli forme e canali, odierne. 

E questo era una capolavoro, di forma registica, fotografia calda e pittorica, bellissima, di Barry Sonnenfeld, scenografie ricchissime e avvolgenti di Dennis Gassner, Leslie McDonald, Nancy Haigh, esterni d'epoca alla Stuart Davis e Arthur Dove, scrittura dei dialoghi e personaggi(da due racconti di Dashiel Hammett liberamente adattati, le maggiori ispirazioni), in misura minore- come quasi sempre per i Coen- di sostanza, ma enormemente distante, anni luce come dice qualcuno dalle loro opere contemporanee, più convenzionali e allineate a certi dettami dai quali non certo loro, transigono.

Curioso che gli attori omosessuali dichiarati come Jon Polito/Johnny Caspar(grande e pure la voce di Renzo Stacchi), e J. E. Freeman/Eddie Dane(idem, e omo pure nel personaggio, come anche quello dell'infame Bernie Bernbaum/John Turturro, ebreo e curiosamente il più negativo del film, spesso chiamato "giudeo" dagli irlandesi), sono quelli a cui vengono deputati i ruoli più grintosi e minacciosi, aggressivi, di tutto il film. 

 

Ted_Bundy1979

 

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