Spaced
- Serie TV
- Gran Bretagna
- 2 stagioni 18 episodi
Titolo originale Spaced
Con Edgar Wright, Jessica Hynes, Simon Pegg, Julia Deakin, Nick Frost
Tag Commedia, Storia corale, Vita vissuta, Amicizia, Londra, Anni duemila
Cortometraggio animato dell'allora diciassettenne Edgar Wright, "I Want to Get Into the Movies!" parla in maniera simbolica dei problemi che le persone con disabilità motoria incontrano nell'entrare in posti come le sale cinematografiche. Con questo lavoro Wright vince un premio in un programma televisivo ("Going Live").
Si tratta di un lavoro molto naive, soprattutto nel consegnare il suo messaggio, ma Wright dimostra già di avere una buona inventiva e creatività, nonché una spiccata predisposizione per la satira sociale travestita da comicità leggera.
Interessante, quindi.
Come "I Want to Get Into the Movies!" anche "Help!" viene mostrato in un programma televisivo ("Gimme5").
I limiti di una produzione para-amatoriale si sentono tutti, ma il diciottenne Wright ancora una volta dimostra di avere una brillante inventiva e un interessante gusto dell'assurdo, giocando su un discorso metacinematografico (il protagonista è inseguito dalla camera che riprende il film) e proponendo anche inquadrature interessanti.
A mio avviso un buon corto.
Scritto, prodotto, montato, diretto e interpretato in una piccola parte auto-referenziale da Edgar Wright, "Dead Right" anticipa in parte "Hot Fuzz" nel voler costruire ironicamente un buddy cop movie para-hollywoodiano in UK: questo è probabilmente il motivo principale della sua presenza tra gli extra del secondo capitolo della trilogia del cornetto.
La natura amatoriale del corto, il film più lungo fino ad allora realizzato da Wright, si sente tutta, soprattutto nella fotografia e nella recitazione del relativamente vasto cast amatoriale, e anche diverse gag risultano banalotte. Come lavoro amatoriale, però, è molto interessante, con un'ironia metacinematografica non elaboratissima ma avvincente e si possono vedere scelte stilistiche poi riprese anche nei film professionali del cineasta, in particolare i montage di vestizione con zoomate ravvicinate.
Non imperdibile ma, se si vuole approfondire il Cinema di Wright, almeno una visione la vale.
Nel 1993 Edgar Wright realizza "Infra Red Fred" che, come "Help!", viene trasmesso sul programma per (pre)adolescenti "Gimme5".
In sostanza è una commediuola di 1 minuto riguardante un telecomando in grado di controllare la realtà: niente di particolarmente esaltante, ma come esperimento ipergiovanile non è male, anche se il risultato è a mio avviso meno interessante dei precedenti lavoretti wrightiani.
A FISTFUL OF FINGERS
Primissimo lungometraggio scritto e diretto da Edgar Wright, che appare anche in un (doppio?) cameo e che prende il fratello Oscar per le animazioni, "A Fistful of Fingers" non ha finora avuto una effettiva distribuzione cinematografica e/o home video, anche se l'autore ha dichiarato di volerla attuare, con tanto di commento audio, e in ogni caso la pellicola è trovabile online.
La qualità è ancora molto più vicina alla para-amatorialità adolescenziale dei cortometraggi precedenti e diverse gag sono invecchiate decisamente poco bene, in particolare diverse battute razzistoidi (il fatto che siano frutto di ingenuità e non razzismo consapevole non giustificano, a mio avviso, la loro natura) che trovano un'incarnazione attoriale nella scelta del decisamente bianco (con pittura in faccia) Martin Curtis nei panni dell'indigeno Running Sore. Per il resto, comunque, Wright dimostra ancora una volta di avere una brillante capacità di messa in scena e altre gag funzionano molto bene.
Non imperdibile ma interessante.
Nel 1996, su Paramount Comedy Channel, viene trasmessa la miniserie comica "Asylum": diretta da Edgar Wright, la serie incorpora una scrittura orizzontale (consegnando una pizza in un ospedale psichiatrico, un uomo si trova intrappolato nell'edificio per un bizzarro e poco legale esperimento sociale) con sketch elaborate dagli individui comici presenti nella serie.
Non è un prodotto particolarmente accattivante, colpa anche della scarsa qualità video dell'edizione trovabile attualmente in giro, però è tutto sommato interessante, anche perché inizia qui la collaborazione tra Edgar Wright e Simon Pegg (ma anche Jessica Stevenson) e l'assurdità generale e di alcune gag, come il duello chitarristico, divertono.
Sempre nel 1996 Edgar Wright dirige la serie "Mash and Peas", scritta e interpretata dai comici Matt Lucas e David Walliams (con quest'ultimo aveva già lavorato in "Asylum"). Dovrei aver visto la prima puntata e metà della seconda, poi ho deciso di abbandonare il progetto perché, oltre a non far sentire più di tanto la presenza (pre)autoriale di Wright, non ho trovato le puntate intere verificate.
Nel 1998 Edgar Wright dirige "Is It Bill Bailey?", serie di 6 puntate del comico Bill Bailey, presente già in "Asylum" e ritornante in alcuni lavori successivi del regista, in cui il comico alterna parti stand up con pubblico a sketch registrati.
Ho iniziato a guardare la prima puntata, ma ho deciso di lasciare non essendo un lavoro prettamente wrigthiano. Sembra comunque interessante, ma è un po' difficile lasciarsi coinvolgere da uno show comico vecchio senza conoscere benissimo il contesto sociale in cui si muove.
Sempre nel 1998, Edgar Wright cura la regia di un altro show di sketch comici: "Alexei Sayle's Merry-Go-Round" per, appunto, Alexei Sayle.
Come per "Is It Bill Bailey?", anche qui ho guardato un po' l'inizio della prima puntata e poi ho lasciato perdere, e per le stesse ragioni, ovvero perché non si tratta di un progetto realmente wrightiano e per via della difficoltà di capire bene il contesto sociale in cui ha preso piede lo show (lo sketch sull'adozione della balena però è simpatico). In tutto questo, però, è interessante notare come Wright abbia lavorato con comici (Bailey e Sayle) dalle posizioni politiche esplicitamente di sinistra.
Ancora nel 1998, Edgar Wright dirige "The Making of Titanic", speciale natalizio della serie di sketch comici "French and Saunders": non ce l'ho fatta a trovare l'episodio intero, ma gli spezzoni che ho visto mi han dato l'idea della solita parodia metacinematografica, anche se in alcuni punti divertente (quando la caricatura di James Cameron s'incazza sfanculando a destra e a manca).
Nel 1999 Edgar Wright dirige "Confessions of a Murderer", episodio della serie black comedy antologica "Murder Most Horrid".
Non ho trovato l'intera puntata ma una versione molto ridotta (con tagli evidenti) fino a 5 minuti di essa: sembra un lavoro simpatico, ma non imperdibile.
Sempre nel 1999, Edgar Wright dirige per Matt Lucas e David Walliams, con cui aveva realizzato "Mash and Peas", "Sir Bernard's Stately Homes", sorta di parodia di programmi televisivi in cui un attore (qui molto in decadenza) gira per alcune case di personaggi storici importanti.
Ho visto soltanto il primo episodio, per curiosità, ma non ho voluto intanto vedere i successivi: pur con qualche gag simpatica, mi è parsa una serie un po' stentorea e poco divertente, e inoltre la regia di Wright si limita anche qui a un lavoro prettamente tecnico, al servizio della coppia di comici.
Nel 1999 esce la prima stagione di "Spaced", sitcom televisiva creata, scritta e interpretata da Simon Pegg e Jessica Stevenson e diretta (ma anche interpretata in un cameo) da Edgar Wright: accolta piuttosto bene dal pubblico e dalla critica, la serie viene rinnovata nel 2001 con una seconda stagione e genererà un pilot per un remake statunitense, fortemente bocciato dal team creativo e dal fandom della serie britannica.
I sette episodi di breve durata (meno di mezz'ora) della prima stagione scorrono via come l'olio e, a parte qualche gag non invecchiata benissimo (in particolare nel terzo episodio), riesce a divertire molto ancora oggi l'individuo spettatore. Inoltre è evidente che qui Wright inizi, pur non partecipando attivamente alla scrittura, a maturare seriamente il proprio stile, tra un uso intelligente delle citazioni cinefile (con un gusto affine a quello del Kevin Smith di "Clerks" ma, ovviamente, più british) e intriganti scelte estetiche, tra cui spiccano i montage con zoomate rapide, flashback e proiezioni mentali più o meno assurdi e altri esperimenti "allucinanti". Inizia inoltre a raccogliere una squadra comprendente i montatori Chris Dickens (da "Shaun of the Dead" a "Hot Fuzz") e Paul Machliss (da "Scott Pilgrim vs. the World" in poi) e soprattutto l'attore Nick Frost.
Nel 2000 Edgar Wright realizza un video musicale per la canzone "Keep the Home Fires Burning" dei The Bluetones. La "trama" ruota intorno a un attore (o comunque uomo di spettacolo) che, dopo aver sostenuto nell'arco presumibilmente di una giornata i suoi coinquilini nei loro posti di lavoro, si trova poi ricambiato da loro (svogliatamente) il favore durante il suo spettacolo.
L'atmosfera estraniante del video, consolidata dall'assurdità del concetto (i coinquilini del protagonista sono, come lui, "senza pubblico" nei loro mestieri di chef, calciatore, controllore e poliziotto), si contrappone al mood semi-melanconico della canzone rientra nel gusto wrightiano. A parte qualche dissolvenza in nero a mio avviso un po' bruttina, il risultato complessivo è buono.
Nel 2001 Edgar Wright realizza "Forced Hilarity", un cortometraggio in super8 con montaggio solo in-camera e senza post-produzione (ovvero girando le scene in ordine e senza operare tagli) per il concorso straight 8.
In 4 minuti il corto mette in scena una versione estremamente rosa-e-fiori del mondo, con dialoghi espressi tramite cartelloni fumettistici, e quattro personaggi (uno interpretato da Nick Frost), approdando però a un finale pessimista tanto divertente per contrasto con le scene precedenti quanto sottilmente deprimente per il modo in cui abbatte l'ilarità forzata su cui si fonda il film.
Non imperdibile ma molto interessante.
Nel 2001 esce la seconda stagione di "Spaced": anche questa molto apprezzata dal pubblico e dalla critica, ciò nonostante non verrà proseguita con una terza stagione, ritenendo il cast e il team creativo (in particolare Edgar Wright e Simon Pegg) concluso lo show, e con il passare degli anni non han ceduto alla tentazione di fare un revival, a differenza di altre serie, anche se è stata ventilata la possibilità di riprendere i personaggi a una decina d'anni di distanza.
Comunque, la seconda stagione è risultata a mio avviso più coesa nella qualità e nel rafforzamento dei personaggi, e le svariate citazioni cinefile più vari camei più o meno lunghi continuano a essere utilizzati per bene. Insomma, una seconda parte di serie che non rovina minimamente la prima e che, anzi, la completa in maniera naturale (senza mai cedere realmente a un convenzionale happy ending fan service nel risolvere la relazione della coppia protagonista), stimolando una o più eventuali revisioni.
Nel 2002 Edgar Wright realizza, per i Mint Royale, il video musicale della canzone "Blue Song": la clip ottiene un inaspettato successo e, nonostante la soddisfazione, Wright rimpiangerà un po' l'aver cannibalizzato un'idea con un grande potenziale, ma una quindicina d'anni più tardi la riprenderà come base per "Baby Driver".
Oltre all'ottima coreografia delle azioni del protagonista montate con precisione ritmica sulla canzone e alla brillante fusione di commedia e heist movie, il video ha come elemento molto interessante, e differente dalla struttura convenzionale dei video musicali, la scelta di non riprendere il gruppo ma usare attori (comici, per la precisione, con Nick Frost e Michael Smiley ripresi da "Spaced" nei panni di due rapinatori, Julian Barratt nei panni del terzo ladro e Noel Fielding come l'autista.
Un video estremamente interessante, quindi, che rivedrei volentieri.
Per i Bluetones Edgar Wright realizza (nel 2002 secondo wikipedia) un altro video, per la canzone "After Hours".
Nella scelta di usare un cast infantile in parti da gangster movie (e nelle fucilate a colpi di torta) è evidente l'intento di omaggiare "Bugsy Malone" di Alan Parker, inoltre Wright sperimenta brillante un uso musicale del piano sequenza (interrotto solo nel finale), tecnica che poi riprenderà varie volte nella sua successiva carriera.
Un video musicale molto interessante, quindi.
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