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Silo

2 stagioni - 11 episodi vedi scheda serie

Recensione

Stagione 1

  • 2023-2023
  • 10 episodi

L'autore

mck

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Silo

di mck
7 stelle

“C’è del buono nei ricambi.”

 

Un’immemore di sé stessa umanità composta da quel che ne resta e rimane, circa 10.000 persone, vive in un silo sotterraneo (la caverna platonica in sovrascalizzazione in cui si applica su larga e al contempo circoscritta scala il criterio fenomenico-qualitativo e ontologico-esperienziale) che si sviluppa verticalmente per 150 piani senza ascensori né telecomunicazioni per il volgo: noi abbiamo abolito la scala mobile, loro sono l’epitome di quella sociale.

 


Da un lato il maggior e miglior pregio della prima stagione di questo «“SnowPiercer” in verticale» o «“WayWard Pines” sotterraneo» è che, in questo caso specifico (essendo le differenze tra pagina scritta, nella quale si conosce la natura di Luna e stelle, e pagina adattata traslata in AV, nella quale l’essenza degli astri celesti, Sole a parte, rimane un mistero, niente affatto molteplici, ma comunque singolarmente sensibili) seguendo, rispettando e applicando il canone del romanzo di racconti e novelle di Hugh Howey, Wool”, il primo volume della “Silo Trilogy, da cui è tratta (quest’annata è basata sui primi tre libri - meno un po’ - di quel tomo) per Apple ad opera di Graham Yost (“Speed”, “Mission to Mars”, “Band of Brothers”, “BoomTown”, “Raines”, “the Pacific: Gloucester/Pavuvu/Banika”, “Justified”, “the Americans”, “Sneaky Pete”), all’acme del climax riesce a donare pathos e compimento alla frase-grimaldello “C’è del buono nei ricambi” e a tutto il preparatorio lavorio sottinteso dietro alle quinte delle retrovie che ne ha reso possibile l’attuarsi del suo senso pratico, mentre dall’altro il maggior e peggior difetto è che, dopo due episodi iper-frenetici (in senso più che buono) dal PdV della presentazione e della scomparizione di personaggi che avrebbero potuto essere principali e che invece no, da ben prima a ben dopo il giro di boa rallenta e s’appiattisce un bel po’ fillerosamente, salvo poi riprendersi, per l’appunto, nel finale, aprendosi Verso nuovi orizzonti dopo un twist telefonato ché l’ottuso ripetersi...

 

 

...dello stormo di uccelli in formazione a “V” è l’evidente prova che la Vista - che oltretutto per un attimo hackerante è stata sostituita in un glitch del back-up proprio da quella simulazione - rappresenta la Verità e lo scopo della falsificazione Virtuale è quello, con le conseguentemente derivate espletazioni del compito di pulizia del sensore Video esterno (tutti i condannati puliscono la lente della Videocamera, e quasi tutti non fanno in tempo ad avere l’idea di levarsi il casco), di dare speranza agli abitanti & spettatori; ma, senza spoilerare l’intera trilogia letteraria, la Verità può anche avere, essere, possedere ed esprimere un Valore solamente locale, soltanto… Vicinale.

 


Valore aggiunto inequivocabile è Rebecca Ferguson (e con lei soprattutto Tim Robbins, Harriet Walter, Will Patton e Iain Glen), mentre le regìe sono di Morten Tyldum (1-3; Passengers), David Semel (4-5; serie di fascia media), Bert and Bertie (6-7; Troop Zero) e Adam Bernstein (8-10; Oz, Scrubs, Breaking Bad, Californication, Better Call Saul), gli script del creatore Graham Yost con altri 8 autori e le musiche di Atli Örvarsson.

 

“C’è del buono nei ricambi.”

* * * ½ (¾)

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