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Parola d'ordine: recitazione!
di Simna1990
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Simna1990

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Ma elemento fondamentale di una qualsiasi produzione cinematografica, teatrale, televisiva non è la recitazione? Una sceneggiatura senza la mediazione del corpo vivo dell’attore non è equivalente a un romanzo, seppur con caratteristiche strutturali differenti? E un romanzo NON è un film. Un racconto NON è una rappresentazione teatrale. Una fiaba NON è una serie tv. Sembra che molti film e soprattutto sceneggiati televisivi si siano dimenticati dello strumento primo attraverso cui ogni storia che deve essere rappresentata necessita. La cosa più grave è che questa noncuranza della recitazione sembra non essere notata dal grande pubblico. Tantissimi miei amici riescono a seguire serie o film per me inguardabili e “insentibili” e rimane un grande mistero per me come si possa attuare una «sospensione dell’incredulità» a tale livello.

Proprio per questo motivo o, per meglio dire, per il motivo opposto, ho apprezzato il film di Tate Taylor “La ragazza del treno”, tratto dal romanzo di Paula Hawkins, in cui una sublime Emily Blunt mostra a tutti cosa significa veramente recitare.

Il mio amore per la recitazione è innato e una cattiva recitazione mi procura quasi un male fisico fin da piccola.

In questo film, l’attrice si immedesima completamente nel suo personaggio e non importa se  questa immedesimazione abbia o meno influenzato o modificato l’interiorità dell’attrice, ciò che conta in questo caso è l’esteriorità (che però riesce a smuovere la nostra interiorità). Ogni micro-espressione del viso, ogni manifestazione fisica di emozioni e sentimenti non fa trapelare nessuna simulazione né preparazione. Nemmeno il celebre Cal Lightman di Lie to me sarebbe in grado di distinguere nei tratti di Emily Blunt, soprattutto in quella magnifica sequenza in primo piano del suo viso, la finzione dalla realtà. Ed è d’altronde pure sbagliato accostare la recitazione alla finzione: mentre si recita non si finge, anzi si fa fuoriuscire tutta la verità che si ha dentro. Un pianto non risulterà finto solo se ogni lacrima conterrà la verità di un dolore realmente vissuto e ogni sorriso la gioia della vita vera. Ovunque c’è recitazione allora, c’è verità.

Mi rinviene una frase di Gigi Proietti che disse riguardo al teatro, ma che può andare bene ovunque siano presenti attori, «Benvenuti a teatro. Dove tutto è finto ma niente è falso».

 

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