Mi chiedi di scrivere una serie di articoli per film tv, Ferruccio, ed io non so, non so se questa rabbia che sento dentro riuscirò a veicolarla, questa sacrosanta rabbia che mi esplode come un bubbone marcio fatto scoppiare sulla fronte di un immigrato marocchino puzzolente di Gauloises Blu. Ieri notte ho sognato sogni di morte, poi mi sono svegliata di soprassalto ed ho aperto il mio frigo General Electric, la stessa casa che fa le turbine dei caccia americani. La luce rassicurante che proveniva dallo scomparto semifreddi mi ha ricordato l’alba in Vietnam, la gioventù serena trascorsa cameratescamente con le truppe dei ragazzi ad Hanoi, perdìo, quelle maschere antigas indossate con la giusta rassegnazione che ho visto, che abbiamo visto dipinta sul volto dei pompieri di Ground Zero. C’è uno sporco lavoro da fare e bisogna farlo – sarà perciò la mia risposta alla tua chiamata, come quei coraggiosi con le autoclavi – ma non aspettarti da me la stessa intensità, la stessa tenacia di ventanni fa. La visione della corruzione che s’è impossessata dal nostro paese mi deprime, ed in quest’esilio, dal quale osservo la vostra Italia – sì, vostra la chiamo, poiché nulla più di essa mi appartiene ormai – mi dibatto paga almeno di un po’ di caffè americano caldo e fragrante. L’ondata di duecento negri sbarcati due giorni fa con le loro sudice chiatte a Lampedusa mi tormenta nel sonno come il peggiore degli incubi, e stento, stento, Ferruccio, e mi trattengo ma alla fine l’incontenibile franchezza, quella sana, incontaminata schiettezza del popolo, dell’individuo che si lacera nel dubbio ed alla fine esplode mi sovrasta, ed alto mi sale il grido da questa gola che fu prima di me la gola di chi assisteva alla rotta di Montaperti e a Campaldino! ANDATE A PISCIARE A CASA VOSTRA, SUDICIONI! IL VOSTRO LERCIO COUS COUS CUCINATO IN QUELLE PADELLE CHE NON SONO NEANCHE ANTIADERENTI ANDATE A SMANACCIARLO ALTROVE, NON SUL SAGRATO DELLE CHIESE DELLA MIA CITTA’! Questo penso, Ferruccio, e questo pensa la comunità italiana negli Stati Uniti, quando sorseggiando i nostri screwdriver assistiamo tramite satellite ai vostri telegiornali comunisti in cui vengono mostrati questi grigiastri corpi esangui nelle zattere. Avete voluto l’Islam? Tenetevelo! Avete voluto Maometto? Pigliatevi le donne lapidate e non rompeteci più i nostri sacrosanti zebedei con Safiya! L’altro giorno, mentre assistevo ad uno di questi tg bolscevichi, mi ha chiamato Jerry lewis, il mio amico Jerry Lewis, complimentandosi con me per quel che scrissi sul Mullah Omar. “E’ vero, vero, vero, Oriana mia, così vero che meglio non si può scrivere”. Ma io non ci credo, penso che sia lontano il tempo in cui questi occhi, queste labra, questi capelli, questo lobo temporale, questo intestino potevano raccontarti storie vere, vere, vere. Ormai non c’è altro che il vecchio, antico, vetusto sentore dello schifo, del rancore, dell’acrimonia a tenermi su, e ciò che vedo tutti i giorni al di là del campionato NBA: l’orrore, l’orrore.
Titolo originale Apocalypse Now
Regia di Francis Ford Coppola
Con Marlon Brando, Martin Sheen, Robert Duvall, Frederic Forrest, Sam Bottoms
il fango, l'orrore, il marciume della terra, nell'Oriente benedetto dal santo ferro americano!
Titolo originale The Front Page
Regia di Billy Wilder
Con Walter Matthau, Jack Lemmon, Susan Sarandon, David Wayne, Vincent Gardenia
Mi commuovo sempre quando penso a Ferruccio ed a quand'ero giovane!
Titolo originale Out of Africa
Regia di Sydney Pollack
Con Meryl Streep, Robert Redford, Klaus Maria Brandauer, Michael Kitchen, Malick Bowens
Anche io porto tanti bagagli, pieni di sahariane!
Titolo originale G.I. Jane
Regia di Ridley Scott
Con Demi Moore, Viggo Mortensen, Anne Bancroft, Jason Beghe
Bisogna arrancare nella mota, nel vomito, nel piscio, per la gloria di questo santo paese!
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