Ulmer appartiene a quella schiera di cineasti che approdò a Hollywood in fuga da un’Europa in cui iniziava a soffiare il vento del nazismo. Ma se tanti esuli ebbero un ritorno immediato, in termini di successo, per le novità visive che apportarono, Ulmer conobbe il lato oscuro della Mecca del Cinema. Inviso a un boss della Universal che fece terra bruciata intorno a lui, Ulmer si vide relegato nel mondo dei b-movies. Hollywood è avara di soddisfazioni per chi non si allinea alle sue regole ma Ulmer continuò a inseguire i propri sogni. Imparò a girare in fretta e in economia, attraversò tutti i generi e sotto il segno del noir realizzò pellicole in cui alle atmosfere espressioniste ereditate da Murnau si sommarono i toni cupi e disperati di un sogno americano ormai in frantumi.
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