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Nome in codice: Nina

Regia di John Badham vedi scheda film

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La recensione su Nome in codice: Nina

di maso
2 stelle

Fiato sprecato quello di John Badham per questa operazione commerciale di bassa lega che riproduce quasi in fotocopia il bellissimo Nikita, neo noir melò firmato dal grande Luc Besson, specialista se non inventore della materia, Badham è invece un regista eclettico che ha fatto un po' di tutto: a volte molto bene, a volte discretamente e a volte come in questo caso con pessimi risultati perchè "Nome in codice Nina" perde in maniera schiacciante il confronto con il suo predecessore ma anche preso a se stante non funziona gran che e inevitabilmente l'analisi che ne scaturisce è di tipo comparativo.

La sceneggiatura ricalca in maniera coincidente quella del film di Besson se si esclude l'ultima parte piena di rielaborazioni maldestre soprattutto sul personaggio dell'eliminatore interpretato da Harvey Keitel, ed è paradossale perchè è a mio avviso l'unico attore selezionato con oculatezza, degli altri non vedo malissimo Byrne ma neanche bene perchè gli manca quell'indole ambigua che Garyo era riuscito a dare con disinvoltura al personaggio.

Il resto è un disastro totale a cominciare da quello scricciolo di Bridget Fonda che non da nessuno spessore al suo personaggio come aveva fatto in maniera devastante Anne Parillaud in Nikita: da drogata delinquenta non è credibile assolutamente e non sprigiona un briciolo di follia e disperazione, in special modo nella scena della tentata evasione ripresa in un ambiente buio dove gli agenti sembrano indifferenti al fatto che stia puntando una pistola sulla tempia di un loro collega, tutto orrido quindi, scrittura, regia, messa in scena e recitazione.

L'orrore continua con la Bncroft che dopo ruoli da core grande in "Elephant Man", "Anna dei miracoli" e "Charing cross road" era la scelta ovvia per doppiare quella femme fatal della Moreau nella parte della vecchia spia, imprigionata per qualche peccatuccio imprecisato, pronta a  rimettere  in sesto a livello estetico Nina, e me cojoni che acconciatura! Il tajo de capelli più brutto dal giorno che l'uomo inventò i bigodini, la Fonda lo sfoggia nell'orrore totale che prosegue nella vergognosa messa in scena della sequenza del ristorante: nel film di Besson era qualcosa di pirotecnico per ritmo, cambio di passo, tecniche di ripresa, la martellante musica di Eric Serra e la classe di Anne Parillaud, qui fa tutto schifo e si ha il culmine dell'idiozia quando il tipo con il cannone carico in mano coglie Nina con le spalle al muro nei cessi e invece di seccarla rimane non si sa perchè impietrito al suolevar di mani per poi essere seccato, ancora una volta complimenti a chi ha gestito il pennarone del copione.

Si arriva quindi alla parte melò che ai francesi riesce così bene e ovviamente no agli americani, se poi ci metti un attorello bruttarello come Dermot Mulroney a far l'ignaro amichetto di quello scricciolo di Bridget Fonda l'orrore visto fin d'ora è ben rispettato.

Se questo vi è piaciuto e non avete visto l'originale non oso immaginare che giudizio potrete dare a Nikita di Besson, per chi legge e non ha visto nessuno dei due consiglio vivamente di stare alla larga dal film di Badham e vedere senza indugi quello di Besson che è davvero un gioiello mentre questo è a fargli un complimento un orpello.

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