Regia di Miles Deem (Demofilo Fidani) vedi scheda film
Fra il 1967 e il 1973 Fidani - spesso e volentieri, come qui, con lo pseudonimo di Miles Deem - gira oltre una decina di spaghetti western (inoltre dirigendo anche altre pellicole, tanto per dare l'idea dell'accuratezza dei suoi lavori); questo è l'ultimo della serie ed è una scopiazzatura dei primi film con l'accoppiata Bud Spencer & Terence Hill. Ma di operine di questo stampo all'epoca se ne producevano già a iosa, sia per quanto riguarda il genere in sè che nell'ambito stesso del sottogenere 'spaghetti-commedia' che tanto premiò al botteghino la coppia di cui sopra; Fidani arriva non solo stanco al traguardo, ma anche con i suoi soliti limiti pesanti: una mano insicura in regia, una produzione a budget ristrettissimo, un cast povero nel quale l'unico nome degno di nota è quello di Ettore Manni (ma c'è anche Gordon Mitchell, sebbene in un ruolo laterale). Tralasciando, in tutto ciò, la fase di scrittura, come sempre palesemente sbrigativa (sceneggiatura del regista, della moglie-costumista Mila Vitelli e di Filippo Perrone). Altri ruoli di contorno sono affidati a Carla Mancini, Benito Pacifico/Dennis Colt e a Simonetta Vitelli, figlia di Fidani; le musiche di Lallo Gori qui lasciano perfino a desiderare più del consueto - ed è tutto un dire. Difficile anche trovare un solo momento effettivamente 'simpatico' nell'arco dell'ora e mezza di proiezione, poichè tutta la trama, il complesso dei dialoghi e i personaggi appaiono significativamente tirati via e dotati di (non poco, ma) nessun respiro; pare di accanirsi, ma per onore di cronaca va detto che anche dal punto di vista dell'azione, la direzione di Fidani è ampiamente discutibile. 1,5/10.
Due avventurieri-truffatorelli nel far west si ritrovano a dover fare i conti con una gang di banditi 'veri'. Ne usciranno vivi solamente grazie all'astuzia e ai cazzotti.
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