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Accattone

Regia di Pier Paolo Pasolini vedi scheda film

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Utente rimosso (signor joshua)

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Accattone

di Utente rimosso (signor joshua)
10 stelle

Se Vittorio Cataldi (a cui piace farsi chiamare “Accattone”) fosse nato borghese, avrebbe fatto beneficenza, se fosse nato fascista, sarebbe diventato partigiano, se fosse stato un americano, sarebbe diventato una star; ma è venuto al mondo per essere povero, solo, e criminale, e forse non è così vero che sarebbe diventato un brav'uomo se fosse vissuto in un ambiente migliore rispetto alle borgate romane. Come puntualizza il Balilla, c'è chi è nato per fare il ladro, e c'è chi, come Vittorio, è nato per fare l'accattone, e questo non si fa certo scrupoli ad accettare il suo destino, vuole vivere senza faticare, anche accontentandosi di una casa nei bassifondi, di ospitare una napoletana con tutti i pargoletti, di vivere alla giornata raccattando ciò che trova. Vittorio, insomma, vive come il mondo gli dice di vivere: fregandosene. Non gli importa del fratello che sgobba dalla mattina alla sera, non gli importa di far soffrire le donne che sfrutta, e non gli importa di certo di far del male a qualcuno se mai tentasse di ostacolarlo; è pronto a rubare a suo figlio (il quale non è neanche in grado di riconoscere suo padre) una catenina, l'unica cosa che egli ha, per poter soddisfare i propri bisogni, vende a dei criminali colei che lo mantiene alla prima occasione per una futile vendetta, e costringe a prostituirsi l'unica donna che era riuscito a colpirlo nel profondo. C'è poco da fare, in un mondo del genere, non c'è posto per gli ingenui, o si uccide o si resta uccisi, o si sottomette o si resta sottomessi, Accattone forse non ama il lavoro che fa, ma neanche lo rifiuta, è nato per fare il pappone, e no ha la minima intenzione di cambiarsi. Questo almeno finché non incontra Stella, quella stupida ragazza che vive nella miseria più completa e che porta rancore alla madre perché era una prostituta; allora Accattone vede un po' di luce nella sua vita, che tenta di ricacciare nel profondo di se per riuscire a restare la bestia insensibile che può farlo restare a galla in questo mondo terribile, e per farlo, la manda a battere insieme alle altre “donnacce”. E quando sembra che sia uscito dall'oscurità, quando si accorge di provare qualcosa per Stella e decide di andare a lavorare, facendoci sperare in una redenzione finale, ecco che ricade nell'abisso, rinnega le sue buone intenzioni e si mette a rubare. Ed ecco che il film di Pasolini, assume dei connotati che alternano il lirico al popolare, il poetico al decadente, il felliniano della più bell'acqua al suo tipico stile letterario, minimalista e terribilmente realistico; come in Ragazzi di vita, l'umanità degli uomini si degrada con lo scorrere del tempo, si distrugge mediante l'ignoranza o consapevolezze di un destino ormai segnato, e gli uomini che non accettano di mettere sotto il loro giogo gli altri, finiscono per essere soggiogati a loro volta, ma tutti sono destinati alla medesima fine, e l'umanità viene annegata sotto ai rifiuti di una società che sta morendo. Questo è quello che ha voluto la borghesia: un mondo in cui si è cannibali, un mondo in cui coloro che non possiedono un capitale immenso, sono ridotti alla fame e costretti da forze più potenti di loro, a farsi criminali, un mondo senza emozioni, apatico per definizione, in cui esistono solo gradazioni di furto (quella necessaria e quella consumista), ed in cui tutti devono perire. Il mondo schiaccia inevitabilmente tutti, sia i viziosi che i virtuosi, ed alla fine dei conti, la spiritualità e l'anti-morale di un popolo di operai (il vero popolo) che passa le domeniche a ballare alla sede del PCI, vale mille volte l'ipocrisia mondana e rivoltante dei capitalisti. Il mondo di Accattone è terribile, come lui stesso del resto, ma è un mondo puro, che è criminale non per scelta ma per obbligo, e che è voluto dai ricchi per tenere il popolo a bada: dalla Democrazia Cristiana, dagli antichi Fascisti, da tutti i membri del governo, svenduti a basso costo agli imprenditori delle nazioni plutocratiche, capitaliste e fasciste dell'occidente, e dallo stesso Partito Comunista che dovrebbe lottare per e con il popolo (si vedano le varie “calorose” accoglienze che diedero agli scritti e ai film di Pasolini...) e che invece regalò la sua anima ed i suoi ideali a governanti ipocriti e corrotti. La redenzione di Accattone (e del suo mondo sofferente), non può essere terrena, ma interiore, ed in fatti, avviene durante il sogno, con i napoletani morti seppelliti sotto alle macerie di case distrutte, con i suoi amici che seguono la bara, e con lui che chiede al becchino di seppellirlo alla luce del Sole, perché era sempre vissuto in ombra. Perché redenzione? Perché è morto Accattone, e Vittorio Cataldi è andato al suo funerale, silenzioso, proprio come tutti gli altri, ad osservare la tomba dell'anima del bel paese, insudiciata, corrotto, ed infine uccisa. Ci vuol poco a dire che cos'è questo Accattone, ma non altrettanto poco a comprendere fino in fondo la sua importanza storica, ma in ogni caso, questa è l'Italia, questo è il popolo italiano, questo è Pasolini, in una parola: questa è un'opera d'arte.

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