Regia di John Ford vedi scheda film
Stupefacente come Ford, anche in film considerati minori, riesca ad agglutinare in un solido impianto una lunga serie di sequenze estremamente avvincenti, spettacolari o semplicemente amene, senza lasciar scemare per un solo istante l'interesse o compromettere la validità dell'insieme. Certo, l'età, l'esperienza e l'esser Autore autentico, quale Lui è, contano non poco. E si vede. L'approssimarsi del crepuscolo gli fa toccare corde man mano più pessimistiche e lo si intuisce bene vedendo certe opere. Non solo, qui addirittura il corpo della cavalleria, traslato dell'unità familiare, apparentemente protagonista della pellicola, rimane quasi in secondo piano. Prendono il sopravvento le vicende di due singoli individui, entrambi non strettamente legati ad essa: il primo (Wayne), un colonnello, è in realtà un manovale addetto alla costruzione della ferrovia; il secondo (Holden) è un medico fedele alla propria vocazione umanitaria. Da rimarcare anche l'aspetto antieroico della missione che fa sorgere qualche dubbio (le malconce e logore uniformi dei sudisti che si gettano allo sbaraglio appena scesi dal treno, il cui massacro per fierezza e dignità vale una simbolica vittoria nei riguardi del ben riparato avversario; il lindore delle divise dei soldatini in erba e l'impavido spirito che li anima, il fango delle giubbe dei nordisti costretti ad affondare nella palude mentre battono in ritirata una seconda volta) e stimolare alcune riflessioni in più. Sorvolando sulle immancabili gag di contorno, qualche affabile scenetta ed incomodante ruffianeria, occorre una volta di più applaudire il gusto eccelso per l'inquadratura frutto oramai di una conoscenza e perizia decennale: il massacro dei sudisti, la marcia dei cadetti, i diversi schieramenti a cavallo (quello dei titoli di testa è solo un primo assaggio) e così via. Ottimo per discrezione e laconicità il finale. Personalmente, pur lontano dall'essere un capolavoro all'altezza dei suoi classici, fatico a non considerarlo uno dei suoi migliori.
Per prestanza ed eleganza può permettersi di fronteggiare anche Wayne sul suo terreno. Non eccelso, ma comunque positivo.
Non occorre sprecare molte parole. Per Giove, si può forse trovare un interprete migliore per il genere? Dà l'impressione che siano i film a svilupparsi attorno a lui. Bisognerebbe addirittura interrogarsi se quel giorno il west gli calzasse a pennello o se si dovesse riattarlo un pò per conformarlo al Protagonista.
Il western per antonomasia. Se non addirittura il contrario.
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