Regia di John Ford vedi scheda film
Penso si possa parlare di capolavoro. E' un film ricchissimo di situazioni e temi, con una vicenda che non concede un attimo di pausa sostenuta da grandi attori. Non so quanti si siano accorti che John Ford fosse un convinto pacifista, per fortuna non nel senso ideologico e rabbioso di oggi. Questo film ne è un ottimo esempio: senza rinunciare a rappresentare grandi valori (onestà, coraggio, integrità, fedeltà, umiltà), il maestro fa vedere l'assurdità della guerra, specie di quella tra nordisti e sudisti, dove gli americani si ammazzarono tra di loro senza un vero motivo. Il sud schiavista, infatti, non trattava i negri peggio del nord (vedasi il bel rapporto tra padrona e serva e il razzismo strisciante di Wayne nella scena della casetta con la partoriente). Le scene di battaglia sono del tutto prive di retorica, e sono anzi cruente e mostrate come un assurdo macello, dove il dottore nordista si trova a curare i soldati sudisti che poco prima il suo stesso esercito ha massacrato. Emblematico anche il caso dell'accademia militare sudista, che manda allo sbaraglio dei ragazzi imberbi, uno dei quali è l'ultimo rimasto ad una vedova che ha già visto la sua famiglia falciata dalla guerra. Come sempre, non mancano i momenti di commedia, che stemperano il clima drammatico senza però minimamente stonare. Come al solito, Ford mette alla berlina l'alcolismo di molti suoi antenati (e contemporanei). Razzista e fascistoide alcuni insinuano: invece Ford non era né l'uno né l'altro, e cantava anzi grandi valori umani oggi purtroppo passati di moda. E' un film che mi ha entusiasmato e commosso, con un memorabile finale. Wayne e Holden al loro meglio. Bravissima anche la donna.
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