Regia di Carlo Verdone vedi scheda film
Bernardo e Camilla vanno dallo stesso analista ed hanno l'occasione d'incontrarsi a causa del folle innamoramento di lei nei confronti del terapeuta. Da lì si creerà fra loro un rapporto fatto di tira e molla. Verdone fa esplodere la propria passione per la musica con una rappresentazione a metà fra la celebrazione e la caricatura: il suo personaggio è un fallito di lusso, quindi colto ed affetto dai mali della modernità (ansia, ipocondria, paura dell'abbandono, il tutto accompagnato da un fondo di altezzosità), che insegue il mito di Hendrix nel bieco tentativo di scavare nel torbido del suo passato. Margherita Buy è un po' la sua anima gemella: si somigliano tanto da finire col non sopportarsi (entrambi isterici, drogati di psicofarmaci ed a più riprese pure antipatici), ma appena si rincontrano ritrovano immediatamente lo stesso feeling. Vivono insieme varie situazioni, alcune normali (gli ex con cui fare i conti, il lavoro, le proprie paure) ed altre assurde (lei che gli smonta la casa per vedersi con lo psicologo, l'amico del chitarrista che sembra uscito da una canzone di Robert Johnson), per poi finire con in mano un nulla di fatto (lei perde il lavoro da attrice e lui non ha l'intervista che gli serviva) ma anche con la consapevolezza di poter stare bene insieme. È un film a tratti imperfetto, con almeno una decina di minuti di troppo, ma nell'ambito della commedia romantica ha una caratura internazionale: una specie di Harry ti presento Sally con personaggi più schizzati ed ai quali, quindi, è più facile voler bene.
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