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Arrival

Regia di Denis Villeneuve vedi scheda film

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Karl78

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La recensione su Arrival

di Karl78
9 stelle

Se non vado errato terzo film made in USA di Villeneuve, le cui opere in trasferta hollywoodiane - ma va beh, è canadese, non è che abbia fatto tutta questa strada... - paiono non aver perso qualità. Dopo Sicario, altro bellissimo film questo Arrival, a mio avviso. Piano però coi luoghi comuni... All'inizio il tonto colonnello arriva dalla linguista Amy Adams con una registrazione di un dialogo alieno e pretende che ella ci capisca una cippa di qualcosa così come a suo tempo fece col farsi. Ma che ci hai in testa, le pigne? Davvero vorresti paragonare le due cose? Poco dopo si sale sull'elicottero e dalla lettura della prefazione ad un suo libro scopriamo che la linguista sostiene che alla base della civiltà vi sia il linguaggio. Ma il solito tronfio - solo all'inizio eh - "scienziato" (il fisico Jeremy Renner, lo stesso che legge la prefazione) con la verità in tasca che tutto conosce tranne la storia della propria disciplina, sostiene invece che sia errato e che vi sarebbe la "scienza" alla base della civiltà.

 

Posto, a meno che non si voglia mantenere una ferrea e talvolta trita distinzione tra "hard science" e "soft science", che anche la linguistica è a suo modo una scienza, mi spieghi genio come esisterebbe qualsiasi scienza senza linguaggio e senza scrittura? Tutt'al più ci sarebbero conoscenze prevalentemente empiriche apprese nel corso della vita e parzialmente tramandate di generazione in generazione, con la pratica appunto e per via orale, ma dubito con ritmi minimamente paragonabili a quelli ai quali il progresso scientifico e tecnologico, e conoscitivo in generale, ci hanno abituati, e sicuramente senza lo stesso livello di approfondimento e accuratezza. E difatti, tutta la sua ignoranza rispetto a qualcosa che non sia il suo ristretto campo, la dimostra quando complimentandosi con la linguista dice: tu affronti la lingua come la matematica. Ma va? Come pensavi che si procedesse se non con metodo, sistematico, logico, "scientifico", attraverso intuito e magia nera?

 

Ma peccatucci veniali a parte... Il problema della comunicazione è praticamente sempre presente nella fantascienza con contatti alieni, tuttavia spesso viene risolto in modo molto semplice e scontato, tipo mediante l'utilizzo di avanzati traduttori intergalattici e roba simile. In questo caso invece l'intero film ruota attorno a questo, direi in modo più problematico e realistico. Certo è difficile dire in questi casi cosa sia realistico. Ad esempio, presupponendo un certo livello tecnologico teoricamente indispensabile per giungere fino a qui, logica vuole che alla base dello stesso, in un modo o in un altro, vi sia qualcosa di matematico. A questo punto il modo più semplice di comunicare sarebbe appunto attraverso la matematica - qui sì il fisico avrebbe ragione.

 

Non è questo il nostro caso però. Ciò porta a concentrarsi sul lavoro della linguista, lavoro che svolge peraltro non da sola ma al quale contribuiscono studiosi da tutto il mondo, o perlomeno dagli altri paesi in cui sono sbarcati gli alieni. Cosa che almeno mitiga in minima parte il "faccio tutto io" targato inevitabilmente USA - risolutivo l'aiuto degli studiosi pakistani ad esempio. Lavoro interessante perché comporta tutta una serie di questioni legate allo studio delle lingue e delle scritture, come ad esempio la filosofia del linguaggio, le scienze cognitive, il rapporto tra lingua e scrittura, e pensiero ed idee, e così via. Beninteso, nessuno si illuda di diventare edotto guardando un film. Voglio dire, non si diventa avvocato guardando Il socio o Codice d'onore, non archeologo guardando Indiana Jones, non medico con E.R., né si impara la storia dal Gladiatore o Kingdom of Heaven o Alexander o JFK. (Anzi, in quest'ultimo caso in particolare il rischio che corre lo spettatore sprovveduto è proprio questo, illudersi che bene o male, più o meno, tutto sommato, le cose siano andate così. No, no e poi no. Vuoi per esigenze di copione e quindi scelte consapevoli vuoi per sciatteria, la storia sta al cinema come l'informazione stava al TG4 di Emilio Fede). Cionondimeno, resta una pista poco battuta fino ad ora, mi pare, almeno in questa maniera e dedicando alla cosa tale spazio.

 

Fino a questo punto comunque, sarebbe solo un dignitoso film di fantascienza. Bello, ma senza quel qualcosa in più (che per molti sarà una boiata pazzesca ma mi accontento anche di poco a volte). E il qualcosa invece c'è, ed è proprio la scrittura aliena. Quella è il fulcro di tutto. La lingua è tutto: comunicazione, pensiero, scienza e conoscenza. Non svelo precisamente in che senso per chi non lo ha ancora visto, ma occhio all'intreccio tra passato e presente o meglio, tra presente e futuro...

 

A questo punto, aspettiamo al varco il regista quest'autunno con Blade Runner 2049.

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