Regia di Alessandro Valori vedi scheda film
A turbare l'apparente quiete nella vita di Matteo, giovane meccanico, arriva una telefonata inattesa che porta la notizia di una disgrazia. Con essa c'è però una rivelazione sul suo passato che apre scenari sui quali il ragazzo vuole immediatamente indagare.
Alessandro Valori non è un regista di quantità: è uno che quando si mette dietro la macchina da presa ha degli argomenti e delle idee chiare. Pertanto non sorprende che questa sia la sua terza regia in 13 anni di attività, dopo Radio west (2003) e Chi nasce tondo... (2008); perlomeno si parla qui di lungometraggi, perchè nel frattempo il Nostro ha licenziato anche una manciata di corti e ha lavorato saltuariamente anche come attore. Come saltano i pesci è una sorta di fiaba moderna che rifugge quanto più possibile toni stucchevoli e retrogusti dolciastri, pur non riuscendo sempre a evitare di sconfinare nei territori della retorica fine a sè stessa; la sceneggiatura porta le firme di Paula Boschi e Serena De Angelis, da un soggetto di quest'ultima, del regista e di Simone Riccioni, che è anche il protagonista del film. Giovanissimo (classe 1988), Riccioni se la cava bene, ma può d'altronde già vantare una discreta esperienza al cinema e soprattutto in tv; fra gli altri elementi del cast vale la pena di segnalare Maria Amelia Monti, Brenno (figlio di Michele) Placido, Giorgio Colangeli, Marianna di Martino e Biagio Izzo che, in un ruolo drammatico, non fa grossi danni ma dimostra comunque di non sentirsi del tutto a suo agio. 4,5/10.
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