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Star Trek Beyond

Regia di Justin Lin vedi scheda film

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La recensione su Star Trek Beyond

di AlbertoBellini
6 stelle

Justin Lin dirige con più leggerezza il terzo capitolo della serie fantascientifica, riavviata dalle mani - forse più ambiziose - di J. J. Abrams.

locandina

Star Trek Beyond (2016): locandina

 

Tra molto tempo, in una galassia vicina vicina...

 

...Sono trascorsi tre anni da 'Into Darkness', ove il buon Benedict Cumberbatch mise a dura prova la ciurma dell'USS Enterprise, la vera protagonista di questo nuovo capitolo di Star Trek, 'Beyond' - nonchè di una delle sequenze più memorabili, per amanti o meno del franchise. La storica nave spaziale, da sempre rappresenta l'unione dell'equipaggio, non solo in quanto tale ma anche - e sopratutto - come nucleo familiare. L'unione e la famiglia sono le fondamenta di quella che resta tutt'oggi, la saga cinematografica più longeva della storia.

 

E se si parla di nuclei familiari, non è un caso che la regia di 'Beyond' è stata affidata nelle mani - alquanto discutibili, dal mio canto - di Justin Lin, ideatore di buona parte della saga di 'Fast and Furious'. Ma niente da fare. Lin proprio non ce la fa ad abbandonare la tamarraggine, nemmeno nello spazio. Già in partenza, il regista taiwanese (andato a sostituire J. J. Abrams) risultava come una possibile "minaccia" per la serie - o molto semplicemente, non adatto. Da una parte, ciò è stato confermato - la regia, specialmente durante le sequenze con camera a mano, è a tratti confusa - ma dall'altra non propriamente; laddove Abrams puntava principalmente ad un evoluzione matura dei personaggi e delle proprie storie, restando ancorato al classicismo di Star Trek, Lin ha reso il tutto più leggero e scanzonato, senza però abbondare lo spirito della serie - merito anche e sopratutto della sceneggiatura, un po' piattina, di Doug Jung e Simon Pegg, che interpreta il macchiettistico Scotty, lo specchio simbolo della pellicola.

 

Simon Pegg

Star Trek Beyond (2016): Simon Pegg

 

Il tredicesimo capitolo della saga cinquantennale sembra essere libero da ogni scelta, narrativa o tecnica che sia, intrapresa in precedenza. Paradossi temporali, storie dal passato e dal futuro unite nel presente. 'Beyond' si lascia alle spalle tutto ciò, in una libertà di viaggiare attravero lo spazio ignoto, riconducibile ad un episodio della serie TV classica. Ma questa non è la televisione, è il cinema. E forse, è proprio l'ambizione frenata che rende Star Trek una serie più adatta per il piccolo schermo, ove non esistono limiti legati al tempo e alla voglia di scoprire. Il rapporto centrico tra il capitano James T. Kirk (Chris Pine) e Spock (Zachary Quinto), analizzato sino alla nausea da Abrams, lascia il proprio spazio a tutti gli altri personaggi - che comunque non ottengono l'introspezione sperata; a partire dal Dr. Leonard McCoy, interpretato da Karl Urban - divertente sì, lo scambio di battute con Spock, ma tirando le somme, non è molto ciò che resta. A seguire, il duo Nyota Uhura (Zoe Saldana) e Hikaru Sulu (John Cho), che sembra scomparire da un determinato punto. Niente male (anche se trasparante, in alcuni momenti) il nuovo personaggio introdotto, Jaylah (Sofia Boutella), che si spera venga maggiormente valorizzata in futuro. Convincente il cattivone di turno, Krall, ex capitano Balthazar Edison, un Idris Elba sempre in forma. Molto bello invece lo spazio dedicato ad Anton Yelchin e il suo Pavel Chekov, scomparso da poco più di un mese a soli 27 anni.

 

E così justin Lin si porta a casa il suo 'Star Trek Beyond' - ovvero non tutti i reboot vengono per nuocere - tra tunnel spaziali e omaggi a Leonard Nimoy, nonchè all'originale flotta stellare, momenti di alta nostalgia. Probabilmente inferiore, se confrontato con i due predecessori, ma divertente e ignorante al punto giusto. Dopotutto, ci troviamo in una galassia ove 'Sabotage' dei Beastie Boys è la soluzione più adeguata contro uno sciame di navi spaziali.

 

scena

Star Trek Beyond (2016): scena

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