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The Ring 3

Regia di F. Javier Gutiérrez vedi scheda film

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La recensione su The Ring 3

di Utente rimosso (cinerubik)
4 stelle

Torna Samara con il suo video che condanna a morte. THE RING 3 è un film pretenzioso che non riesce minimamente a ricreare le emozioni del primo capitolo dell'ormai divenuta saga.

La primavera, come sempre prolifica per quanto riguarda gli horror, regala alle sale italiane uno dei sequel più attesi (per gli amanti del genere) dell'ultimo decennio. Purtroppo tante aspettative faticano a tramutarsi in una spaventosa e piacevole visione e mentre le coincidenze commerciali fanno sì che nella sala accanto venga proiettato il nuovo film di Verbinski (lontanissimo da questo in tutti i sensi il suo "The ring"), la "compagnia dell'anello" si fionda (me compreso) al cinema per vedere che ne sarà di Samara e della sua "catena di Sant'Antonio" che condannava a morte chiunque visionasse un "ermetico" filmato contenuto in una VHS.

 

locandina

The Ring 3 (2017): locandina

 

Questo "rischioso" sequel viene affidato alla regia di F. Javier Gutiérrez, giovane (pioché mio coetaneo) spagnolo a me ignoto, a nove anni dal suo primo e unico lungometraggio; Gutiérrez svolge il compitino senza strafare ma senza offrirci nulla di trascendentale, incastrando vari personaggi e situazioni (talvolta spingendo con molta forza) in una storia già intricata (dopo i primi due capitoli). Il suo tentativo è quello di "farcire" la vicenda con un ulteriore mistero che scava in profondità per fare emergere le radici della Samara bambina e delle sue vere origini. La trama segue comunque la falsa riga dei precedenti senza "soleticare" la stessa miccia del terrore (assuefatto io?) e le tinte sono più quelle del dark-thriller che della ghost-story. La trama parte a "tavoletta" con una scena al limite del grottesco ambientata in un aereo (non se ne capisce la ragione) dove in un ancora più surreale dialogo tra due passeggeri riaffiora la storia della videocassetta che uccide, tanto per creare un incipit sbrigativo e diretto. In un mercatino, Gabriel, uno scenziato studioso del paranormale (JOHNNY GALECKI, il Leonard di The Big Bang Theory), entra in possesso di un vecchio videoregistratore (appartenuto ad uno dei passeggeri del volo introduttivo) e trovata al suo interno una vecchia videocassetta decide di visionarla. Al termine del filmato, il suo telefono squilla e la solita voce di bambina sussurra il tempo che gli rimane da vivere: "7 giorni". Egli scopre così la storia che si cela dietro quel cortometraggio e decide di fare diventare Samara e la sua videocassetta oggetti di ricerca, coinvolgendo alcuni studenti del college dove insegna tra cui Holt (ALEX ROE) e, indirettamente, la sua ragazza Julia (MATILDA LUTZ) che non riuscendo da giorni a comunicare con lui, parte per Seattle con l'intento di ritrovarlo. La sua ricerca la metterà nei guai, costringendola a indagare sul mistero di Samara.

 

Matilda Anna Ingrid Lutz, Johnny Galecki, Alex Roe

The Ring 3 (2017): Matilda Anna Ingrid Lutz, Johnny Galecki, Alex Roe

 

Probabilmente era lecito aspettarsi qualcosa in più da questo sequel, non tanto come densità dei contenuti, quanto nel "mero" spavento. Le atmosfere sembrano essere quelle giuste anche se i ritmi non sono altissimi (la sceneggiatura si prende i suoi tempi) e non basta qualche sobbalzo a far vincere la noia (alcune situazioni sembrano più congrue ad un Final Destination); il resto lo fa tristemente il Dolby Digital con l'apertura improvvisa di un ombrello che fa accelerare i battiti più di Samara che esce (quante volte l'abbiamo già vista???) dal teleschermo con il solito scrocchiare d'ossa.

 

Matilda Anna Ingrid Lutz

The Ring 3 (2017): Matilda Anna Ingrid Lutz

 

Matilda Lutz (di recente ha lavorato con Muccino in L'ESTATE ADDOSSO) tiene alta la bandiera delle "belle presenze" nei film horror e svolge il suo compitino senza incantare, così come gli altri attori e così come il film in generale. Nel cast è presente anche VINCENT D'ONOFRIO (il Palla di Lardo di FULL METAL JACKET).

 

"The ring" in quanto anello di una catena, simboleggia il ciclo continuo degli eventi, l'infinito, il perpetuarsi senza sosta ma non credo abbia senso prolungare ulteriormente l'agonia di una saga giunta (con questo capitolo) "alla frutta"  anche se purtroppo so che di fronte a un eventuale sequel la curiosità avrebbe sempre la meglio su di me.

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