Regia di Roberto Gentili, Jacopo Giacomini vedi scheda film
La rinascita, nel segno del cambiamento. Attorno a questo semplice concetto si sviluppa un documentario su Fabrizio Corona, uscito dal carcere e protagonista di innumerevoli scandali, tornato alla vita da cittadino libero.
Fabrizio Corona parla di Fabrizio Corona per un'ora e mezza: davvero destinato a un pubblico selezionatissimo, questo lavoro; un pubblico di estimatori (o magari di accaniti denigratori, in cerca di materiale che fomenti la loro avversione) di un personaggio che già di per sé spiega tantissime cose dell'Italia di inizio ventunesimo secolo. Agente di fotomodelle, imprenditore a vario titolo, ma soprattutto prezzemolo nelle trasmissioni televisive, Fabrizio Corona è il classico esempio di totale sconosciuto che diventa in un battibaleno popolarissimo senza un preciso motivo – o così almeno pare al grande pubblico. Dalla fama e dal successo alla galera il passo per lui è stato piuttosto breve; il successivo è naturalmente quello dalla galera al tentativo di riabilitazione, e questo Metamorfosi procede spedito in tale direzione. A prescindere dalle simpatie e dalle antipatie nei confronti del protagonista, il film non è granché equilibrato e si spende in maniera eccessiva in suo favore, dipingendolo come una persona comune, banale perfino, colma di buoni sentimenti e via dicendo. Siamo insomma nei territori pericolosi dell'agiografia. Poco si sa della coppia di registi, Roberto Gentile e Jacopo Giacomini, se non che si tratta di amici personali di Fabrizio Corona (viene esplicitato, a scanso di equivoci, nell'incipit del lavoro). 2/10.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta