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C'est la tangente que je préfère

Regia di Charlotte Silvera vedi scheda film

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La recensione su C'est la tangente que je préfère

di maurizio73
7 stelle

Sabine, liceale di Lille con una famiglia in bolletta ed un talento naturale per la matematica, conosce e s'innamora di Jiri, maturo regista teatrale transfugo della Cecoslovacchia e dal fascino tenebroso. Sempre in cerca di fondi con cui sostenere la magra economia domestica e designata come candidata per la scuola ad una gara di matematica che si terrà a Bruxelles, Sabine è impegnata in un tour de force da cui trova sollievo solo tra le braccia del suo amato. Le cose si complicano quando lo scopre insieme ad un'altra donna...

 

locandina

C'est la tangente que je préfère (1998): locandina

 

Già autrice di storie di adolescenti inquieti nella Francia multiculturale degli anni '80 (Louise... l'insoumise  -  1980) e di un orgoglio al femminile mortificato dalla reclusione e la diffidenza dell'ambiente carcerario (Prisonnières - 1988) e dopo lunghi anni passati come autrice televisiva, la scrittrice e regista francese Charlotte Silvera ritorna al cinema con questa commedia romantica delicata e stralunata che ruota attorno alle passioni sentimentali e intellettuali della dolce protagonista interpretata dall'esordiente Julie Delarme, tracciando una sorta di manifesto (con tanto di voce narrante fuori campo e relativo flusso di coscienza) di un'adolescenza consapevole e matura nella Lille dei nostri giorni, laddove le avverse condizioni sociali e le naturali inclinazioni personali costringono una donna fatta e finita nel corpo acerbo e bellissimo di una precoce regina di cuori.

 

Julie Delarme, Georges Corraface

C'est la tangente que je préfère (1998): Julie Delarme, Georges Corraface

 

Prisonnières (1988): Annie Girardot e Fanny Bastien

 

Louise... l'insoumise (1985): Myriam Stern

 

Se il racconto di formazione secondo la Silvera si discosta dalla mesta disillusione e dal grigiore di una irrevocabile crisi generazionale del contemporaneo  La vie rêvée des anges  (1998 - Érick Zonca), questa liason di corpi nudi e imperscrutabili traiettorie geometriche cerca di coniugare con poetica irriverenza la bellezza istintiva delle passioni artistiche con quella ragionata delle costruzioni matematiche, nella storia esemplare e furbesca di una maturazione sentimentale e umana che se ne frega dell'aritmetica anagrafica e punta al cuore dei suoi protagonisti, a loro modo esuli e solitari reietti di una società che misura tutto col metro del denaro e del successo professionale.

 

 

Julie Delarme, Georges Corraface

C'est la tangente que je préfère (1998): Julie Delarme, Georges Corraface

 

Sta forse in questa complementarietà dei sentimenti e nella magia di una alchimia irriducibile alle formule ed al freddo rigore del calcolo combinatorio, il senso di un percorso di crescita umana e sentimentale che mitighi le intemperanze dell'adolescenza con la mite comprensione della maturità, arrivando al difficile equilibrio di un rapporto a due che faccia tabula rasa delle reciproche diffidenze e delle naturali difficoltà dell'ambiente circostante. La Silvera ci dice insomma che l'amore non ha formule con cui studiarlo ma solo limiti da non superare (la ragazza che mantiene una consapevole ignoranza sul mestiere del suo innamorato, l'attore che sconosce le condizioni materiali della sua giovane amante), imbastendo una storia di equivoci e fraintendimenti che rischiano di precipitare la storia nei meccanismi più risaputi della commedia sentimentale e che si salva solo nel divertissement di una commedia leggera che si mantiene in un precario equilibrio tra delicati slanci poetici e lo spirito originale di una eccentrica vena naive.

 

C'est la tangente que je préfère (1998): Julie Delarme

 

scena

C'est la tangente que je préfère (1998): scena

 

C'est la tangente que je préfère (1998): Julie Delarme e Georges Corraface

 

Il titolo, oltre che alla passione della protagonista per l'analisi funzionale ed allo sfiorarsi di corpi nudi sul letto di un amore ormai adulto, è un chiaro riferimento figurato alla sua voglia di libertà ed emancipazione da una famiglia oppressiva ed ossessiva che la carica di eccessive responsabilità. Belli gli scenari di una Lille trasognata ed elegante e le musiche enigmatiche e contaminate di Bernard Lubat. 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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