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Fire on board

Regia di Victor Sjöström vedi scheda film

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La recensione su Fire on board

di mm40
4 stelle
Jan traffica attorno al mondo con la sua nave; di tanto in tanto torna a trovare sua moglie Ann-Britt e la loro piccola figlia Lill-Britt. Proprio quando decide di salpare portando con sè le due donne, ignora di avere caricato, nell'equipaggio, anche il temibile rivale in amore Dick. Si aggiunga poi che Jan ha intrapreso anche la pericolosa attività di contrabbandiere: il dramma a questo punto è dietro l'angolo.
 

La carriera registica dello svedese Victor Sjostrom, classe 1879, era cominciata da appena poco più di un decennio (la sua prima pellicola risale al 1912) eppure contava già circa una quarantina di titoli, seguendo i canoni di prolificità tipici del cinema muto. E, a proposito di muto, questo è il suo ultimo lavoro privo di sonoro: trasferitosi di lì a poco negli Stati Uniti, il Nostro assumerà lo pseudonimo anglofono di Victor Seastrom e comincerà a girare con le nuove tecniche del cinematografo. Fire on board (Eld ombord, titolo originale) è in effetti un dramma piuttosto insipido, privo di grandi colpi di scena quantomeno fino agli sviluppi finali (sorprendenti quanto sbrigativamente ottimisti), e con una manciata di protagonisti non sufficientemente definiti a livello psicologico: ma stiamo pur sempre parlando di un film muto, con tutti i limiti tecnici-artistici che fisiologicamente ne conseguono. Per Sjostrom si tratta inoltre dell'ennesima prova attoriale; la sua carriera davanti alla macchina da presa è proceduta infatti di pari passo con quella dietro di essa; com'è noto, la stima che di lui avevano i suoi connazionali lo portò a recitare un ultimo, grande ruolo come protagonista de Il posto delle fragole (1957) di Ingmar Bergman. Qui occupa uno dei lati del triangolo di personaggi principali; gli altri due sono riservati a Jenny Hasselqvist e a Matheson Lang, canadese. 4,5/10.

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