Espandi menu
cerca
Un mercoledì di maggio

Regia di Vahid Jalilvand vedi scheda film

Recensioni

L'autore

OGM

OGM

Iscritto dal 7 maggio 2008 Vai al suo profilo
  • Seguaci 205
  • Post 123
  • Recensioni 3128
  • Playlist -
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Un mercoledì di maggio

di OGM
7 stelle

Raccontare. Nel contesto. La cornice è l’evento dominante. Un robusto contorno che però si allarga, generosamente, per fare spazio ai fatti secondari che sono molto  più complessi, travagliatiti, ma che da soli non basterebbero a mettere in piedi una storia. La vicenda di Setareh – ragazza iraniana andata segretamente in sposa ad un giovane inviso alla famiglia – diventa importante solo nel momento in cui il caso la pone in concorrenza con quella di Leila, donna matura dal passato ben più pesante. Una figura solida ed autorevole che, per una volta, si deve fare da parte. La sua centralità si dispone ad essere messa in discussione, dalla prima estranea incontrata per la via. Jalal, il suo ex fidanzato, dovrebbe dare la precedenza a lei. Lo vorrebbe la logica, lo chiederebbe il cuore. Ma Jalal ha deciso di fissare, nel suo inusuale gioco, regole diverse da quelle imposte dalla ragione e dall’istinto. Leila deve retrocedere, dal proscenio della sua esistenza, per confondersi nel vasto e colorato sfondo del mondo, dove si agitano tante persone accomunate dallo stesso malessere, animate dalla stessa speranza. Non saranno i ricordi e i rimpianti di Jalal a scegliere chi premiare.  L’uomo, pur segnato dai suoi personali trascorsi, lascerà che un presente sconosciuto  e nuovo irrompa nella sua vita, dandole un senso che lui non avrebbe potuto tirare fuori da sé. Questo fiume in piena è un dramma piccolo, particolare, invisibile, che, sul piano narrativo, si ingigantisce per il semplice fatto di essere colto nei suoi risvolti più intimi ed intensi, quelli nascosti nelle pieghe delle emozioni, che donano al chiacchiericcio quotidiano un’intonazione poetica, una sfumatura etica, un significato sociale. Setareh è incompresa, emarginata, deve lottare contro chi dovrebbe offrirle affetto e sostegno. È la peccatrice ufficiale, la figlia disobbediente, la ribelle senza vergogna che soffre per aver seguito la strada gioiosa e sincera della libertà. Per spiegarlo, attraverso la testimonianza viva e diretta della realtà, non bastano due parole. Non si tratta di rievocare un errore commesso, un torto subito, un conto rimasto in sospeso. Quel che c’è stato, tra Jalal e Leila, appartiene al repertorio romanzesco del compiuto, che ha ormai perso la sua carica di dilemma morale, di conflitto sentimentale. Lo strascico è un velo corto e dal colore spento. Rigidamente intessuto di debiti da pagare e di antiche questioni di principio. Non può reggere il confronto con il tormento fresco di giornata, umido di pianto, forse bagnato dal sangue, che si accompagna, emblematicamente, all’immagine di un bimbo che cresce nel ventre materno. Questo è un divenire ancora in atto, fertile di amore e vibrante di tensione, per il quale ogni istante – inquieto, mutevole, incerto -  vale assai di più di interi anni di esperienze archiviate. Il film di Vahid Jalilvand dilata il tempo per distinguerne i battiti, coglierne le accelerazioni ed aritmie, individuare i suoi momenti di arresto. Ci parla attraverso il respiro irregolare dell’essere che combatte attivamente per definire il proprio destino, che non è ancora approdato alla stasi retrospettiva del rancore, in cui tutto risulta già detto, e l’attesa è rivolta soltanto alla fine, mentre il dubbio riguarda unicamente il modo migliore per arrivarci.  Una data – mercoledì, 9 maggio – può indicare la soluzione che chiude, una volta per tutte, un vecchio discorso. Ma può anche segnare un inizio, che rimedia a un’ingiustizia per aprire un’era in cui certe aberrazioni sono eliminate a priori, sono cose che non accadono più. Bisogna scrivere a lungo, per poter cancellare le incongruenze di una pagina bianca esposta alle intemperie. Durante il temporale, si riempie il foglio di idee e sensazioni, per coprire le macchie di pioggia con un ricamo di fini ghirigori dello spirito. Sono i volteggi della disperazione. Quella che non teme la fatica, e non cede alla stanchezza.   

 

scena

Wednesday, May 9 (2015): scena

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati