Regia di Vasily Serikov vedi scheda film
Confrontato con un recente film made in USA sullo stesso argomento (nave commerciale abbordata da pirati somali ed invio di squadre speciali della marina) questo film rivela in maniera evidente la differenza di impostazione culturale tra i due paesi. In quello USA a parte i contenuti più raffinati nei comportamenti umani, competenze, capacità registiche, realizzazione delle scene d’azione, ecc., quello che spicca come differenza è la quasi totale assenza di ricorso alla tecnologia. Qui i marines russi studiano il piano di attacco con fotocopie e pennarelli ed a chiacchiere stiamo quasi a zero, mentre i loro colleghi americani hanno ogni apparecchio elettronico possibile ed immaginabile, dai visori notturni ai rilevatori termici ai cecchini con armi di estrema precisione che sparano quasi da sole tenendo conto di tutte le variabili. Occorre dire a parziale attenuazione del gap tecnologico, che in questo caso trattandosi di una nave metaniera, con 4 giganteschi serbatoi di gas, era stato loro vietato l’uso di armi (in maniera per la verità piuttosto ambigua e poco verosimile), ma forse proprio per questo un maggior ricorso alla tecnologia sarebbe stato giustificato. Ma il film doveva mettere in risalto altro, la muscolatura dei giovani militari (peraltro molto ben evidenziata fin dall’inizio), il loro coraggio ed amor patrio, la capacità di combattimento corpo a corpo, non disgiunta da solidarietà tra russi e soprattutto quanto lo stato maggiore si prenda cura di loro. Propaganda certo, meno sofisticata di quella americana, ma pur sempre propaganda, forse più genuina, quantomeno per ingenuità. Per curiosità aggiungo che l’unica donna (a livello operativo e non per fungere da ingrediente da soap opera) della trama è la rappresentante dell’armatore della nave, che pare la versione russa della Monica Bellucci, monocorde come lei e con inquadrature e mimica da spot pubblicitario, che pare il personaggio più cinico di tutto il cast. Un filmetto d’azione e buoni sentimenti (interessante anche se poco credibile il legame che si crea tra un marines fatto prigioniero perché disperso in mare ed uno dei pirati somali appassionato di musica e rapper) che scorre agevolmente ma con qualche pecca nel racconto e nella sua trasposizione.
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